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Calcio Serie A

“Il Parma viaggia verso penalizzazioni e dafault”

“Il Parma viaggia verso penalizzazioni e dafault”

In un articolo pubblicato ieri (prima del comunicato ufficiale del Parma Fc) sul prestigioso quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”, il giornalista Marco Bellinazzo si è occupato della situazione debitoria del Parma (e non solo), dei suio ultimi bilanci, in attesa di quello del 2014 che non è stato ancora depositato. Ecco il pezzo di Bellinazzo, un contributo autorevole per capire meglio la situzione “disastrosa” del Parma:

“La crisi del Parma non è un problema legato soltanto a risultati e prestazioni. Nel 2013 il club ducale ha perso “solo” 3,2 milioni (-2,4 nel 2012) grazie a proventi straordinari per circa 31 milioni derivanti dalla cessione del brand, creando una plusvalenza di 22,7 milioni. Nel bilancio al 30 giugno 2013 (quello relativo al 30 giugno 2014 non è stato ancora depositato al registro imprese), infatti, emerge da un lato un calo del fatturato di quasi il 20% (da 101 a 83 milioni) e dall’altro lato un analogo incremento dei costi della produzione da 87,8 a 104,4 milioni. Una situazione legata soprattutto all’incremento degli ammortamenti che, con 49 calciatori ufficialmente a libro paga, hanno raggiunto nel 2013 quota 29 milioni, cifra che con ogni probabilità (insieme al “boom” dei tesserati) è aumentata nel 2014. A ciò va aggiunta la grana legata al mancato pagamento degli stipendi nell’ultimo trimestre (luglio-settembre-agosto). Ieri sarebbero stati versati solo gli ingaggi di un mese e a questo punto sembra ineluttabile, dopo il diniego della licenza Uefa per l’Europa league per analoghe ragioni, una penalizzazione in campionato. Questo è lo scenario presentato a Rezart Taçi, imprenditore albanese che ha manifestato interesse all’acquisto del club: una trattativa che però per il momento non trova sbocchi, anche a causa della situazione debitoria del Parma. Sempre nel 2013, il club di Ghirardi ha iscritto a bilancio un totale debiti di 175 milioni, circa 40 milioni in più rispetto all’esercizio precedente. L’ingresso di nuovi soci nel capitale (come la partnership commerciale siglata ad aprile con Energy T.I.Group che si è impegnata a versare 2,5 milioni al Parma per 10 anni entrando nell’azionariato col 10%) e la politica dei turbo-tesseramenti con “prestiti” a società satellite (come Nova Gorica e Gubbio) alla ricerca di salvifiche plusvalenze, insomma, non ha dato frutti e tornano, per i tifosi, gli spauracchi del crac Parmalat”.

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