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Il Gede Risponde

Il Gede: “Contano i fatti e non le parole. Parma demotivato e in piena confusione. Donadoni? Se ha voglia di andare avanti è giusto tenerlo”

Il Gede: “Contano i fatti e non le parole. Parma demotivato e in piena confusione. Donadoni? Se ha voglia di andare avanti è giusto tenerlo”

Il lunedì è il giorno del Gede e della storica rubrica di Sportparma, “Il Gede risponde”. Un’analisi approfondita sulla crisi del Parma e sul resto del campionato che vede la Juve (l’avversaria di mercoledì in Coppa Italia) sempre più al comando della Serie A con ben 7 punti di distacco sulla Roma seconda.

La sconfitta con il Cesena ha fatto saltare tutto… Lei crede ancora nella salvezza?
“In questo momento la priorità è un segnale forte e chiaro da parte della società. Il Parma sta perdendo tutte le speranze e non ha le possibilità di costruire un progetto per il futuro. E’ il caos, ci vorrebbe un colpo di spugna e una presa di coscienza generale. Nella vita e nel calcio contano i fatti e non le parole”.

D’accordo il caos societario, ma la squadra non sembra crederci più…
“Tutte le colpe, o quasi, sono da addebitare alla vecchia proprietà. Tutti i guai del Parma partono dalla vecchia gestione Ghirardi. E’ una situazione drammatica, sportivamente parlando. Come si può fare per venirne fuori? Dovrebbe intervenire la Federazione e, ad esempio, salvaguardare i più giovani che non percepiscono lo stipendio da mesi”.

Dopo la prestazione di ieri è sempre convinto che la squadra sia con l’allenatore?
“La squadra è demotivata, è chiaro. Non sembra avere la forza mentale di credere nella salvezza. A calcio si gioca prima con il cervello e poi con le gambe. Se mandi via Donadoni poi chi prendi? Chi viene a Parma in questa situazione? Ammettiamo che la situazione si aggiusti a livello economico, a quel punto è meglio pensare al futuro, ai giovani e al prossimo campionato, Comunque, finché Donadoni si sente di andare avanti è giusto che vada avanti. E’ anche una questione di rispetto verso un allenatore che lo scorso anno ha ottenuto grandi risultati”.

Lo sfogo di Cassano rischia di compromettere definitivamente il mercato? Intanto gran parte dei tifosi si è schierata dalla parte di Fantantonio…
“La campagna acquisti avrà i suoi effetti solo tra 15 giorni quando i nuovi arrivati entreranno in forma. Purtroppo bisogna vivere alla giornata, le minacce di Cassano hanno spento il mercato forse definitivamente. La scelta di tenere Cassano inizialmente in panchina è una scelta a metà tra il tenerlo fuori rosa e mandarlo in campo. In questo momento conterebbe di più la parola di un giovane senza stipendio che quella di Cassano che non ha problemi di soldi”.

La rosa del Parma è da ultimo posto in classifica?
“C’è una confusione enorme, non so come Donadoni possa svolgere gli allenamenti e tenere alta la concentrazione. I giocatori sono i meno colpevoli anche in campo vanno loro. La crisi societaria si ripercuote sul campo. La rosa del Parma non è da 17 sconfitte in 20 partite, con una società normale non saremmo a questo punto”.

Se dovessero esonerare Donadoni chi vedrebbe sulla panchina crociata? E se, per assurdo, dovessero richiamarla accetterebbe?
“In questo momento non vedo quale sia la via d’uscita. Poi è chiaro che uno che ama il Parma non può tirarsi indietro, ma le condizioni ambientali fanno pensare che sarebbe assurdo cambiare allenatore. Bisogna vivere alla giornata, andare avanti con Donadoni perché in questa situazione lui è il meno colpevole, insieme ai giocatori. Una svolta in Coppa Italia potrebbe essere la svolta vera”.

A proposito, con quale spirito la squadra preparerà la sfida di mercoledì in Coppa Italia contro la Juve?
“Bisognerebbe dire ai giocatori che il campionato è una cosa e la Coppa Italia è un’altra, proviamo a fare la partita della vita, anche se in questo momento è difficile separare le due cose. La società deve fare chiarezza, è questa la priorità. Poi si può anche retrocedere e discutere del resto. Il calcio giocato, purtroppo, in questo momento passa in secondo piano”.

Ai tifosi cosa si sente di dire?
“Di restare uniti ed essere vigili”.

Nei prossimi giorni arriverà un attaccante?
“E’ evidente che manca un attaccante vero. Hanno preso due sterni offensivi, Varela e Rodriguez, ora serve un giocatore da area di rigore, possente e forte fisicamente, che possa sfruttare il gioco aereo e i cross dei due nuovi arrivati”.

Intanto la Juventus continua a vincere ed allungare il distacco sulla Roma. E’ il solito film?
“Partiamo dalla Juve: ci è voluto un’ora per battere il Chievo. Prestazione meno brillante, a tratti anche modesta. Quando però la Juve non trova il gioco può contare sulle magie dei singoli (Pogba).
La Roma ha giocato un buon secondo tempo ma così si allontana dal vertice. Adesso, più che guardare il primo posto, deve pensare a salvaguardare il secondo posto. Quando giochi per lo scudetto un pareggio vale quanto una sconfitta. La Fiorentina, invece, ha confermato la brillantezza della filosofia di Montella. La Roma resta una buona squadra, però si sta ridimensionando”.

La Lazio dell’ex Pioli può puntare al secondo posto in classifica?
“La Lazio, pur con assenze pesanti, ha sempre giocato nella metà campo del Milan. Grande padronanza di palleggio e ha creato tanto. Ha saputo sfruttare le deficienze della difesa rossonera. Sì, la Lazio ha le carte in regola per insidiare la Roma”.

Sprofondo Milan. Il futuro di Inzaghi è segnato?
“Il Milan non riesce a creare niente, non ha idee. Ha tante incertezze, una squadra in piena involuzione. Fa uno-due tiri in porta a partita. E’ una situazione che richiede una svolta. C’è chi se la prende con la squadra, l’allenatore e la società, ma in questo momento ha un allenatore che non sembra in grado di venire fuori da questa situazione. Il Milan ha uno staff tecnico proveniente dal settore giovanile, Inzaghi si è portato dietro tutta la sua gente. Inutile dire che c’è da lavorare e lavorare, la situazione è peggiorata”.

Non sta meglio l’Inter “milionaria” di Mancini?
“Se in panchina ci fosse ancora Mazzarri i tifosi lo avrebbero divorato dopo la sconfitta di ieri. A Mancini, invece, viene concesso tutto. Ieri ha fatto troppo poco per vincere, anche se l’allenatore ha dichiarato il contrario. Io ho visto una squadra con poco carattere. Negli ultimi 15 minuti il Torino aveva sfiorato il vantaggio più volte. Se non hai testa, cervello e carattere, non puoi ambire al terzo posto. E poi, Moretti ha fatto un gol a due metri da Handanovic. Il portiere doveva uscire. L’Inter, a contrario del Milan, ha investito e a luglio deve fare dei bond da 300 milioni o un aumento di capitale. Se non arriva la Champions cosa succederà?”

Sampdoria-Palermo: un altro gol non-gol, ma quando la finiremo di dire sempre le stesse cose?
“E’ ormai evidente che avere occhi in più in area di rigore non significa evitare gli errori, anzi. Da quello che dicono il prossimo anno anche in Italia dovrebbe arrivare un po’ di tecnologia a supporto degli arbitri. La partita è stata equilibrata, un tempo per uno, ma nel secondo tempo il Palermo ha creato tanto. Qui c’è il merito del lavoro di Iachini, una squadra cresciuta tantissimo. I siciliani hanno dimostrato di essere superiori anche alla Samp a cui ieri è andata bene. Eto’o e Muriel? Vanno inseriti, aspettiamo prima di esprimere dei giudizi, ma è chiaro che sono grandi acquisti”.

Cagliari e Verona hanno mandato un messaggio chiaro al campionato e alla pretendenti per la salvezza?
“A Cagliati Zola ha fatto ben capire come si può essere concreti, ha difeso bene ed è ripartito, ingredienti semplici che stanno portando i frutti. Sette punti in 3 partite. Squadra più difensiva rispetto all’era Zeman, ma ora è in piena corsa per la salvezza. Al Sassuolo non sono bastate le buone intenzioni, ha finito la partita con il 4-2-4. Vittoria importante quella del Verona, perché toglie punti ad una diretta concorrente per salvezza. Mandorlini ha spazzato via le ultime sconfitte con la Juve e le conseguenti polemiche (10 gol in 2 partite)”.

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