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Baseball: Francis Butch Hughes, a volte ritornano

Baseball: Francis Butch Hughes, a volte ritornano

L'ex manager del Parma baseball, 1984, Francis "Butch" Hughes è tornato a dare il suo contributo per un mese. "Mi trovai benissimo allora, la gente era fantastica"

Quei meravigliosi anni ‘80. Erano la coda del periodo in cui Parma dettava legge e si affidava talvolta a manager stranieri. Nel 1981 Bob Powers, un maestro per i lanciatori, nel 1982 Mike Stubbins, l’attacco nel Dna (riuscì a far battere a 300 di media Claudio Cattani), vincitori degli scudetti numero 3 e 4. Nel 1984 fu la volta di Francis Hughes. L’allora World Vision arrivò seconda alle spalle della BeCa Bologna di Vic Luciani ma si portò a casa una delle 13 Coppe dei Campioni grazie anche ad un grande Wim Remmerswaal sul monte. A 26 anni di distanza, “Butch” Hughes da Merced (California) è tornato, seppur per un mese, a respirare l’aria di Parma e del suo baseball. Una città che se è cambiata per noi parmigiani negli ultimi dieci anni, figuriamoci per lui dopo tutto quel tempo «Molto, molto cambiata» conferma mentre ci avviciniamo al diamante. Gli è capitato, ovviamente, di passare là dove allora la gente gremiva i gradoni ed ora respira polveri più o meno sottili a causa del mega cantiere Efsa. Laconico il suo commento mentre scuote la testa «Sad»: triste. Forse quando se ne andò non pensava di poter tornare un tempo ma negli anni è rimasto in contatto con Varriale «Un grande amico», Fochi, Mari, Corradi, suoi giovani giocatori dell’epoca, ed il suo ritorno negli ultimi anni si è fatto sempre più concreto «Sono stato molto bene qui ventisei anni fa» dice Hughes che da diversi anni è nell’organizzazione dei Colorado Rockies «la gente era fantastica. Io allora avevo poca esperienza da allenatore; poi sono tornato negli States e mi sono trovato in un’organizzazione professionistica. La gioia più grande è stata la vittoria della Coppa Europa: era un gruppo eccezionale. Stavo meditando di tornare e mi sono ritagliato questo mese».
Chi a quei tempi frequentava l’Europeo ricorda con un pizzico di nostalgia non solo il contorno ma anche ciò che succedeva in campo: su quest’ultimo punto Hughes si esprime così «Non trovo molta differenza; ci sono squadre con giocatori di grande esperienza e di buon livello».
Hughes ha dedicato gran parte del tempo ai lanciatori. Uno dei primi giorni dopo il suo arrivo ci rispose, chiedendogli di Burlea, che aveva bisogno di aiuto. Oggi entra nel merito «Probabilmente doveva imparare ancora molto perché viene da un Paese (la Romania, ndr) in cui il baseball in pratica non esiste. Ma ha un grandissimo potenziale, un ottimo fisico e se continua a lavorare in modo professionale, settimana dopo settimana può andare lontano». L’ex manager ducale è comunque entusiasta dello staff di lanciatori del Cariparma «Direi che sono tra i migliori se non il miglior staff della Lega; sono sei atleti di buon livello e affiatati tra di loro: questo è un bene per la squadra».
Tra una settimana se ne tornerà in patria; lascia una squadra in testa alla classifica, si perderà il momento clou con le quattro sfide playoff e … «Mi mancheranno, non c’è dubbio, perché ci sarà da divertirsi, ma per certi versi mi mancheranno meno perché c’è Joel Lono: è un buon pitching coach, i lanciatori sono in buone mani. E poi» conclude Hughes «è una squadra ben allenata, Gibo è un buon manager. Non potranno fare meglio del 1984 complessivamente, ma mi auguro possano migliorare il risultato di quel campionato». Nel caso, per certi versi, potrebbe dire di averlo migliorato pure lui.

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