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Calcio Dilettanti

IL PAGELLONE di Serie D, Eccellenza e Promozione ’22/’23

IL PAGELLONE di Serie D, Eccellenza e Promozione ’22/’23

Con la conclusione degli spareggi post season, dove ora nessuna delle nostre squadre è più impegnata, è giunto il momento dei bilanci e dei voti alla stagione 2022/2023 delle parmensi.

Torna il consueto appuntamento di fine stagione con il pagellone di SportParma riservato a Eccellenza e Promozione, oltre che alla Serie D, rappresentata da un disorientato Salsomaggiore, che ha finito per perdersi subito in un mondo troppo grande. Nel massimo campionato della LND continuerà, però, ad albergare una compagine nostrana, perché i gialloblù passeranno il testimone al Borgo San Donnino, supercampione di Eccellenza. Si ridurrà sensibilmente, invece, la pattuglia di parmensi in Promozione, dove il Tonnotto San Secondo ha trionfato nello spareggio fra prime con la Pontenurese, ma abdicherà comunque; retrocedono Solignano, Terme Monticelli e Team Traversetolo (dopo ben due spareggi salvezza), ma a questi ultimi va fatta una standing ovation per il finale di stagione. Dal prossimo anno alle superstiti Carignano, Felino, Futura Fornovo Medesano, Il Cervo e Noceto si aggiungerà il Real Sala Baganza, vincitrice dello spareggio post season, resosi necessario anche in Prima Categoria (gir. B).

Ecco i voti che sanciscono i promossi e bocciati di fine stagione per il primo di due appuntamenti da non perdere. Domenica toccherà alle pagelle di Prima Categoria.

Le pagelle sono a cura di Lorenzo Fava.


SERIE D

salsomaggiore Salsomaggiore: 3
La perfetta fotografia della sbiadita (eufemismo!) stagione dei gialloblù ce la restituiscono i numeri impietosi raccolti in Serie D: 40 giocatori impiegati, alcuni di questi presi e ben presto salutati; 4 allenatori in panchina (se s’include anche il temporaneo interregno Baldi alla 19ª giornata); 13 punti in 38 giornate; -59 di differenza reti (21 fatte, 80 subite equamente nei due tempi); 1 vittoria soltanto, e non tra le mura amiche del “Francani”; 27 sconfitte, 10 di queste consecutive, fra l’8ª e la 19ª, che erano valse l’esonero a mister Cristiani l’artefice della cavalcata della stagione precedente e, comunque di un avvio incoraggiante (5 punti nelle prime 8). Poi, la breve era Lavezzini, con 4 ko in altrettante uscite prima dell’anticipata e inaspettata ritirata dell’esperto tecnico salsese, che ha passato il testimone al reggiano Bonini, il quale ha concluso una claudicante e straziante corsa: 7 punti (comprensivi dell’unico successo, a Prato, alla 25ª) per l’intero arco del girone di ritorno che è stato vissuto come una lenta agonia che ha fatto smettere di battere il “cuore Salso”. Che il verdetto sarebbe stato una retrocessione c’era da aspettarselo, ma a saperlo prima si sarebbe volentieri fatto a meno di questo calvario. Ora per ricostruire ci sarà da rifondare dalle macerie. Il mio nome è mai più.


ECCELLENZA

borgosandonninoBorgo San Donnino: 8,5
Re incontrastato dalla 19ª giornata (l’ultima dell’andata), il team biancoblù di Fidenza ha sbaragliato la concorrenza nella seconda metà andando più forte di tutte le avversarie, grazie anche a una serie di 9 vittorie di fila: i punti (41) conquistati nel ritorno hanno quasi eguagliato il rendimento di quelli ottenuti al giro di boa (43). Il Borgo, dopo un solo anno di purgatorio, ha saputo risalire nel paradiso della Serie D, confermando le pronostici delle vigilia (a differenza delle rivali Colorno, Piccardo Traversetolo, Nibbiano&Valtidone e Cittadella VM, tutte reduci da un torneo fallimentare). È vero, l’arsenale a disposizione di mister Rastelli, al debutto in Eccellenza, metteva a disposizione bocche da fuoco notevoli, come Delporto, Gonzalo Martinez e, a un certo punto, Ferretti (44 reti in tre), oltre al centrocampista Jack Rossi (11 gol): ma ci voleva anche la sapienza tattica e l’intelligenza umana per poterli gestire e far coesistere. I fidentini, miglior attacco con 81 gol fatti da 17 marcatori diversi, hanno meritatamente vinto l’Eccellenza (Supercoppa con la Victor San Marino compresa) e sfiorato l’eccellenza, che sarebbe stata proclamata se non fosse stato per le tre sconfitte (con 8 reti incassate) nel rush finale con Castelfranco, Colorno e Nibbiano. God save the king.


colorno Colorno: 5,5
Avrebbe dovuto essere la consacrazione di un film cult, la cui scene erano iniziate già un lustro fa, ma i protagonisti erano in parte cambiati, o nel nome o nello spirito, e alla fine il risultato è stato un B-movie. Il copione era convincente: riprendersi quella Serie D sfiorata nel giugno 2022 a Terranuova Bracciolini più agguerriti che mai. La trama ‑ un gioco frizzante, legato alla grande prolificità offensiva ‑ ben intrecciata col cast, che prevedeva tutti i grandi interpreti del passato, oltre alla new entry Giovannini, direttamente da Ascoli; la produzione importante e costosa, al netto anche della permanenza del ds Vicini. Eppure, si è pensato che la regia sia stato il primo anello dell’ingranaggio a non funzionare: mister Piccioni, ex collaboratore tecnico del Parma di D’Aversa scelto in estate per ereditare lo scranno di Bernardi, s’è preso la presunta “colpa” di discostarsi troppo dal filone precedente e ne ha pagato pegno senza poter proseguire il lavoro, nonostante 16 punti in 9 partite. Si è ripreso subito a girare le scene, assieme a La Rosa, con rinnovate velleità di una buona riuscita (leggasi: mercato di dicembre): eppure, non bastano 27 punti in 17 partite, perché qualcosa non funziona di nuovo e la produzione vara una terza soluzione (stavolta low profile). Iil 29enne Puzzillo, partito a fari spenti all’interno di un set che aveva preso i contorni di un film horror, alla fine riesce a salvare la pellicola, a riscrivere un finale non scontato grazie a un effetto a sorpresa (24 punti in 11 partite) e a prendersi il plauso del cast. Oscar al merito ad alcuni interpreti: citiamo solo “bomber” Malivojevic (24 gol con 4 rigori) e il duca Altinier (16, con 2). Tuttavia, le recensioni della critica non possono tralasciare gli svarioni di un lungometraggio, atteso in sala con alte aspettative, che ha deluso come uno scontato remake realizzato per riconoscenza e che, invece, necessitava del coraggio di non essere fatto. 
Bollywood.


piccardotraversetolo Piccardo Traversetolo: 4
Da armata giallonera a corazzata Potemkin (fantozzianamente intesa). Per la metamorfosi è stato un attimo. Dov’è sparita la squadra che tremare (almeno nelle intenzioni) il mondo fa? Alla vigilia di un campionato che avrebbe previsto scontri e tafferugli fra le sette squadre da tutti gli addetti indicate come più forti, i piccardini non sono mai stati presenti nella lotta. Eppure, le intenzioni, se non proprio sfacciatamente aggressive come negli anni scorsi, erano comunque bellicose. D’altronde, non prendi giocatori del calibro di Lorusso, Laribi fratello e Notari figlio  il capocannoniere del passato torneo  se vuoi solo limitarti a partecipare; né confermi Rizzitelli e Zuccolini; né tantomeno tieni (fino a dicembre) Marmiroli e Mangiarotti, prima di accaparrarti un ex pro come Solinas. Per capire il senso dell’ultima stagione a Traversetolo della franchigia presieduta da Scrinzi, prossima ora ad approdare a Brescello, bisognerebbe infilarsi un paio di occhiali e studiarsi nel dettaglio i numeri di un’annata paradossale. Un pessimo avvio con 1 vittoria e 4 ko filati nelle prime 5 partite; un’incoraggiante ripresa nella fase centrale con il quinto posto a 34 punti a metà strada; una conclusione indecorosa con soli 17 punti in tutto, “meglio” solo delle derelitte Anzolavino (6 punti), Campagnola e Arcetana (15) e della miracolata La Pieve Nonantola (14). Dietro al nono posto finale a quota 51 si celano le 17 sconfitte (una in meno dell’Arcetana retrocessa), il -7 in differenza reti (unica squadra col saldo negativo fra le prime 11) e le 8 giornate senza vittorie fra la 28ª e la 35ª. In ginocchio sui ceci.


fidentina Fidentina: 6,5
L’obiettivo dichiarato dal sodalizio del presidente Iemmi era entrare  nella parte sinistra della classifica. E al termine della 39ª giornata si può dire che sia stato centrato. Ma per riuscirci c’è stato da faticare più del previsto. Alla squadra di mister Montanini sono pesate le lunghe assenze per infortunio dei bomber Pasaro e Pellegrini, che alla fine hanno segnato la bellezza di 15 reti ciascuno: due defezioni che hanno sottratto parecchio ai granata di Fidenza nella prima parte di stagione, trascorsa a tribolare per emergere dalle sabbie mobili della classifica che, al termine dell’andata, vedeva sprofondare Petrelli e compagni al quindicesimo posto con 18 punti in 19 partite. Poi, svuotata l’infermeria e superato il panico dei minuti finali (costati ben 19 punti entro il 12 febbraio, giorno del match di Colorno), la Fidentina ritrovata se stessa e ha giocato con maggiore spensieratezza, facendo valere tutte le indubbie qualità di un gruppo rigenerato anche dall’acquisto dicembrino di Thomas Terranova, fondamentale con i suoi 7 gol. Il girone di ritorno, che ha portato in dote ben 32 punti, ha permesso una salvezza anticipata e anche di eguagliare la simbolica quota dei 50, valsa il decimo piazzamento. Resiliente.


PROMOZIONE

099FCE61 D8EF 4D04 A29D CD3E6A7D3068Tonnotto San Secondo: 8
«No! Provare no! Fare o non fare! Non c’è provare!» è questa citazione cinematografica dal film Guerre Stellari – L’impero colpisce ancora di Irvin Kershner a restituirci il valore della pagella della squadra vincitrice dopo lo spareggio.promozione. I bianconeri hanno ascoltato i consigli del maestro Yoda e hanno fatto, a tutti gli effetti, una rimonta che rimarrà impressa nella mente di tutti. La saga con la Pontenurese è stato uno scontro a distanza, come se fosse un’eterna lotta tra l’Impero e le forze della Ribellione. Al Tonnotto è servito anche cambiare il proprio leader (via mister Cerri dopo 1 punto in 3 partite) e affidarsi a una nuova speranza (il giovane allenatore-giocatore Galli, affiancato dal saggio Manini) per vincere la battaglia. Dopo mezzo campionato, la squadra era quinta con 25 punti: 9 in meno dei piacentini, che a un certo punto del ritorno avevano addirittura allungato sul +15. Ma la Forza è stata dalla parte di Lorenzini e compagni, che hanno chiuso a quota 61, per effetto dei 36 raccolti in meno di un girone. Quindi, la vittoria nella gara decisiva ‑ firmato dai giovani Yener (acquisto decisivo di dicembre) e Anastasia ‑ sui valnuresi a suggellare il doppio successo anche in campionato. Un trionfo che vale l’Eccellenza… a Colorno, però, per un nuovo capitolo della saga. 
Hollywood.


carignanous Carignano: 5
Un girone d’andata di altissimo livello (terzo posto a 28 punti) aveva confermato la dimensione da big di questa piccola frazione del comune di Parma, al suo ottavo campionato di Promozione, il decimo complessivo. La squadra, quest’anno nelle mani di mister Melotti, ha saputo occupare il secondo gradino del podio, dalla 7ª alla 14ª giornata, illudendosi (e illudendoci) di essere la vera anti-Pontenurese della stagione. Non che fosse una sorpresa  chiariamolo: il Carignano, già finalista playoff un anno fa così come nella stagione 2016/2017, anelava ad essere nella top 5. Gli acquisti estivi in attacco di Viani, Capocasa e Bacchini avevano alzato nettamente il tasso tecnico, oltre che la produzione in zona gol. Ma qualcosa è andato storto nella seconda parte del torneo: forse è mancato lo spirito di coesione e appartenenza, distintivo del club di strada Montanara, e alcuni rapporti hanno finito per logorarsi anche per la complicata gestione delle scelte legate alle quote under, che hanno finito per scombussolare l’undici tipo. I soli 16 punti (con sole 3 vittorie) dopo il giro di boa e la mancata partecipazione ai playoff, nonostante il quinto posto, ne sono stati la triste dimostrazione. L’opera di cambiamento per un nuovo ciclo è già iniziata. Masochista.


noceto Noceto: 6,5
Alla vigilia del campionato, su questo sito, la squadra gialloblù veniva accreditata come potenziale settima forza nella griglia di partenza. Mai vaticinio fu più azzeccato: settimo è stato il posizionamento conclusivo con un totale di 42 punti, quasi equamente distribuiti (22 all’andata e 20 al ritorno). Ha pagato il coraggio della triade dirigenziale Barella-Sani-Carpi di affidare la panchina all’esordiente Rizzelli e anche la lungimiranza nel confermarlo dopo le prime 4 sconfitte consecutive iniziali. Ma il calendario era ostico e la squadra in via di costruzione. Certo, l’esperienza e la qualità di uomini come Barbarini, Mbengue, Moroni, Pioli, Rizzi, e, successivamente, anche di Vittiglio erano ingredienti ben presenti in una rosa estremamente giovane e che aveva solo bisogno di tempo per essere mixata al meglio. Il 29enne allenatore è riuscito a centrare la mission, proponendo un gioco apprezzabile e votato all’attacco: i 42 gol fatti (51 subiti) con 13 marcatori differenti confermano la bontà di un progetto ben riuscito e che, se fosse continuato, avrebbe anche potuto avere un futuro roseo. Sbarazzino.


gsfelino Felino: 5,5
Inutile fare tanti giri di parole. La stagione è stata una grossa delusione e, in parte, l’insufficienza è resa meno grave dal buon lavoro operato dal “normalizzatore” Pisi. Costui ha saputo ridare serenità a un ambiente frastornato da un avvio negativo, dall’esonero di Apolloni sotto Natale (con 20 punti in 15 turni) e dalle conseguenti separazioni di diverse figure di riferimento, tra cui il dt Maiavacchi e il ds Nani, che hanno lasciato spazio a una nuova classe dirigenziale che, in un momento critico della stagione, ci ha messo un po’ a ingranare. La fortuna ha voluto che il gruppo abbia fatto fronte comune e, nonostante un mercato di riparazione senza alcun rinforzo, abbia ottenuto immediatamente i risultati sperati per togliersi dalle posizioni meno nobili della graduatoria: con il nuovo mister sono stati conquistati 21 punti, frutto soprattutto dei pochi gol presi (appena 7) entro la 26ª, momento dal quale il team rossoblù, a salvezza ottenuta, è andato in vacanza in anticipo. Floppino I.


futura fornovo medesano logoFutura Fornovo Medesano: 5,5
Vedi sopra, si potrebbe dire. Il sodalizio che unisce i comuni di Fornovo e Medesano partiva con l’obiettivo di alzare l’asticella e praticare un calcio spumeggiante che facesse provare l’ebbrezza dei posti in zona playoff. Per questo, in estate, era stato scelto il profilo di mister Abbati che avrebbe dovuto allenare una squadra completamente rivoluzionata rispetto all’anno passato. Partenza incoraggiante con 3 successi di fila (tutti contro le neopromosse) e 13 punti nelle prime 6; quindi, la crisi irreversibile con 1 pareggio appena nelle successive 6. Dopo il ko col Vigolo, Abbati ne fa le spese, complice anche un battibecco con l’attaccante Landini, l’uomo copertina con 14 gol senza rigori in campionato. In panchina arriva Bonazzi che debutta in Promozione a dicembre con 3 ko in stecca e trascorre un Natale amaro in zona retrocessione diretta; ma, per fortuna, il trend preoccupante nel 2023 s’inverte e il nuovo coach trova la giusta quadra per pilotare la compagine che, nel ritorno, si renderà protagonista con una rimonta da 23 punti che varrà una salvezza all’ultima giornata. Floppino II.


ilcervo Il Cervo Collecchio: 6
Una squadra costruita utilizzando la miscela segreta di chi non può permettersi budget da sceicchi: i giovani promettenti e i “vecchi” sempre funzionali al progetto hanno funzionato con buoni risultati almeno per tutto il girone d’andata, chiuso dai collecchiesi a 21 punti (+4 sui playout, -5 dai playoff). Poi, l’infortunio al ginocchio del bomber Baha (11 gol senza penalty), unito alle squalifiche plurime di Benedini (5 turni in tutto) e Consolini (13 cartellini gialli) hanno penalizzato oltremodo i neroverdi che, nella seconda metà, hanno pericolosamente rallentato, ottenendo 16 punti. Toccare quota 36, alla fine della regular season, non è stato sufficiente per salvarsi, ma un 1-1 con gol di Aurely al 96′ del playout contro il Team Traversetolo sì. Tra i fattori decisivi anche il campo sintetico casalingo che ha portato in dote ben 29 punti (l’80,5% del totale), così come la cooperativa del gol (14 marcatori per 51 reti totali) plasmata dall’allenatore Ferrari che, dopo questa impresa, chiude con stile il lunghissimo ciclo a Collecchio. Faticaccia.


team traversetolo logoTeam Traversetolo: 6,5
Il gusto pieno di una sufficienza convinta, nonostante un finale amaro. È lo strano caso del neopromosso Team Traversetolo che nella sua prima stagione di Promozione ha fatto esperienza di un caleidoscopio di emozione: dall’entusiasmo per il debutto di un gruppo giovane e di qualità all’avvilimento per il difficile confronto con la nuova realtà; dall’euforia di una rimonta epica nella seconda parte allo sconforto per un epilogo straziante. È successo l’impensabile in casa dei rosanero: gli scalpi eccellenti a Monticelli e Carignano in una prima parte chiusa comunque all’ultimo posto (11 punti in 18 partite), prima dell’esonero dello storico allenatore Volpi; l’arrivo di Groppi (alla 19ª), che in sole 11 partite ha trasformato l’opportunità concessagli in un sogno che ha rigenerato un team in grado di fare 23 punti nelle successive 11 gare; l’approdo ex aequo con i cugini del Monticelli, battuti 2-0 in uno spareggio-retrocessione che sembrava una chimera. Ma non era abbastanza per la salvezza, ci voleva un secondo sforzo passando dal playout, poco prima del quale è avvenuto il decesso del 24enne capitano Gallani. Un evento tragico, che ha segnato l’animo dei rosanero che, nonostante tutto, nella sfida da dentro o fuori con Il Cervo sono stati in vantaggio e quindi salvi fino a 30″ dal triplice fischio. Ma è bastato un gol per sancire un pareggio dal sapore di un’atroce retrocessione. Percorso e progetto da applaudire ed elogiare: per il coraggio delle idee, per la semplicità, per le qualità di un gruppo sportivo che è davvero una famiglia. Esemplare.


monticellitermeTerme Monticelli: 4,5
L’ottima conclusione della precedente annata, trascorsa nel girone B di Promozione (lo ricordiamo), aveva illuso i biancocelesti che confermare in blocco il parco giocatori, aggiungendo qualche ritocco qua e là, sarebbe bastato per fare la voce grossa anche nel girone A. E il girone d’andata, in parte, aveva anche lasciato sperare che qualcosa di buono ci sarebbe stato fuori: 21 punti erano un discreto bottino, ma solo per sognare una salvezza tranquilla. Il ritorno, invece, ha stordito la squadra equilibrata e i risultati sul campo e le scelte fuori hanno rovesciato una classifica apparentemente serena: scellerato la decisione del club del presidente Ferrari di separarsi da mister Liperoti, con cui erano arrivati 24 punti nelle 19 partite da lui gestite; ancora più infausta la scelta di sostituirlo con Dall’Asta che, prima di raccapezzarsi, ha perso le sue prime 5 partite, quasi 6 (visto che contro Il Cervo il doppio vantaggio era stato scialacquato con due gol subiti oltre il 90′). Finale di stagione in crescita, ma non è bastato per la salvezza: a pari punti con i cugini traversetolesi c’è voluto uno spareggio, perso anche con un po’ di demerito. Ma, forse, era troppo tardi per riparare agli errori. Retrocessione dolorosa, che scombussola anche il futuro del club. Stralunato.


solignano logoSolignano: 5
Per essere una matricola e, per di più, proveniente dalla montagna, dove è sempre difficile far calcio a questi livelli, l’annata non è stata così da dimenticare. Ma la retrocessione diretta (troppo pochi i 28 punti totali) lascia l’amaro in bocca al team affidato al borgotarese Bertani ‑ riapparso in Promo 8 anni dopo l’ultima volta ‑ che avrebbe potuto giocarsi meglio le sue carte. La squadra che aveva iniziato la stagione era fin troppo sperimentale, il contributo del goleador Lekcaj stranamente s’è rivelato nullo e il girone d’andata (terminato, a quota 13, al penultimo posto) è stato salvato solo dai tre punti pre-natalizi contro Il Cervo e Vigolo Marchese. I biancoblù, trascinati da un sempiterno Palumbo (saranno 14 i suoi gol, uno solo su rigore), hanno iniziato a macinare vittorie: in casa la più sorprendente, a fine gennaio, contro il Tonnotto San Secondo. La squadra della val Taro sembrava, così, essere arrivata carica di speranze al rush finale, tant’è che alla 25ª, dopo la vittoria di Traversetolo, aveva abbandonato per la prima volta la zona rossa, approdando al 13° posto, ma non ci ha creduto abbastanza. «Sogni troppo grandi per queste tasche» come canterebbe la canzone ultima classificata al più recente Festival di Sanremo. Cause perse.

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