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IL PAGELLONE di Eccellenza e Promozione

IL PAGELLONE di Eccellenza e Promozione

È tempo di tradurre in voti e giudizi quanto visto sui campi dilettantistici in questa estenuante stagione, conclusasi domenica con le gare playoff e playout. Bilancio stazionario per il calcio parmense, che ha vissuto dodici mesi tra alti e bassi: in Eccellenza, l’annata è stata parecchio tribolata per le sole tre compagini presentatesi ai nastri di partenza. Fidentina e Salsomaggiore sono riuscite a centrare una salvezza per certi versi diventata insperata; non è riuscito a fare altrettanto il Colorno, retrocesso mestamente dopo otto anni. In vista del 2017/2018, il calcio di casa nostra, tuttavia, potrà continuare a contare tre compagini in Eccellenza, visto che il Pallavicino, sbaragliando la concorrenza, si è laureato campione nel girone A di Promozione all’ultima giornata. La possibilità di veder salire una seconda squadra della provincia di Parma è svanita con i playoff, nei quali l’Agazzanese (ora in attesa solo del ripescaggio) ha avuto la meglio su Piccardo Traversetolo, prima, e Carignano, poi. Erano tanti i club del ducato nel gruppo A di Promozione (ben tredici su diciotto), ed era inevitabile che qualcuno di questi retrocedesse. Il Cervo, Basilica 2000 e Fidenza, scesi in Prima, verranno rimpiazzati dal Felino e, quasi sicuramente, dalla Medesanese e dalla Biancazzurra, le vincitrici dei playoff dei gironi A e B di Prima Categoria. Il consueto pagellone di fine stagione di SportParma è firmato da Lorenzo Fava.

ECCELLENZA

Fidentina: 5
Stagione decisamente sottotono per la formazione di Fidenza, che si era presentata ai blocchi di partenza con ambizioni di alta classifica. Il mercato estivo aveva portato alla corte del presidente Rastelli giocatori di primissimo piano (Ierardi, Provenzano e Ruffini), che in teoria avrebbero dovuto permettere alla rosa di fare il salto di qualità per conquistare quei playoff, sfuggiti per una questione di punti pochi mesi prima, raggiungibili attraverso il secondo posto. Ma, dopo una buona partenza (10 punti nelle prime cinque giornate), la squadra di mister Mazza ha iniziato ad accusare le prime avvisaglie di una stagione che di lì a poco avrebbe preso una brutta piega: nelle cinque partite giocate nel mese di ottobre i granata conquistano appena 4 punti e sono costretti a guardare da lontano il duo piacentino, formato da Carpaneto (+15) e Nibbiano (+9), in testa alla classifica. Nel mese di novembre arriva qualche risultato positivo a migliorare la situazione, ma sono solamente briciole. A ridosso del Natale, il trittico di sconfitte San Felice, Folgore Rubiera, Casalgrandese induce il tecnico Mazza a rassegnare le dimissioni, che vengono prontamente accettate dalla società. Si chiude così un ciclo durato ben quattro anni e mezzo, ma che, col senno di poi, sarebbe stato opportuno interrompere con almeno cinque mesi d’anticipo. Viene scelto Michele Pietranera, che raccoglie una squadra a ridosso delle posizioni playout e con il magro bottino di 19 punti in 18 partite. In meno di un girone di ritorno, l’ex mister di Lentigione e Pallavicino ne riuscirà a conquistare 25. La prima sulla panchina della Fidentina, in concomitanza con l’esordio del 2017, è convincente: 0-0 in casa contro il rullo compressore Vigor Carpaneto. A cui, però, seguirà una scarsa continuità di risultati; motivo per cui Ferretti e soci rimarranno a lungo invischiati nelle sabbie mobili. Si arriva al discusso “spareggio salvezza” di Rolo del ventottesimo turno, momento crocevia della stagione: complice un discutibile arbitraggio, la Fidentina viene sconfitta dai reggiani e sembra rassegnarsi ai playout. E invece da quella sfortunata giornata il club granata si ricompatta e mette in fila la miglior serie utile della stagione: due pari e quattro vittorie in sei gare. Uno score che permette di raggiungere l’undicesimo posto (e quindi, la salvezza diretta) e di chiudere toccando quota 44 punti. Il finale positivo di campionato lascia presagire che la Fidentina ripartirà a fine luglio con rinnovato spirito e voglia di migliorarsi. I punti fermi sono mister Pietranera e il nuovo direttore sportivo Bonati, che, insieme al direttore generale Iemmi, andranno a ricostruire una rosa a cui sulla carta non mancava molto per stare in compagnia delle prime. Floppino.

Salsomaggiore: 6,5
Alzi la mano chi ad inizio stagione non aveva dato per scontata la retrocessione del Salso, svuotato dalle illustri partenze estive dei pilastri Daffe, Longhi, Mazzera, Provenzano e Zuelli, giusto per citarne soltanto alcuni. E anche l’arrivo in panchina di Simone Bertani, reduce da una stagione tribolata alla Medesanese (e interrotta da un frettoloso esonero), aveva lasciato più di un dubbio. Ma ancora una volta il club termale ha fatto ricredere i più scettici, conquistandosi una meritata salvezza con una squadra giovanissima, costruita per lo più con ingaggi low cost e puntando sui prodotti del vivaio salsese. Dopo cinque turni i gialloblù sono ultimi in classifica, ma ben presto la prima vittoria (ottenuta in trasferta contro la Cittadella) e una serie di risultati positivi permettono al gruppo termale di assestarsi lontano dalla zona calda. Cristian Bonati e compagni vanno avanti grazie alla politica dei piccoli passi, centrando spesso e volentieri molti pareggi che si riveleranno l’arma in più della stagione; i “mister X” del campionato alla fine termineranno ben 18 gare in parità. Al giro di boa il Salso è undicesimo in graduatoria con 20 punti – addirittura uno in più dei cugini della Fidentina – e prima di Natale, nella gara inaugurale del girone di ritorno, si toglie pure lo sfizio di strappare un punto alla Sanmichelese Sassuolo, terza forza dietro a Carpaneto e Folgore Rubiera. Al rientro dalle vacanze, il Salsomaggiore continua a raccogliere buoni risultati, alternando a tanti pareggi poche (ma preziose) vittorie. L’affermazione sul Carpineti della venticinquesima giornata porta la squadra a +5 sul tredicesimo posto (della Fidentina) che vale i playout, ma sarà anche l’ultimo momento di gioia per i gialloblù. Il calo è, infatti, inevitabile e nelle ultime nove gare, complici quattro ko e cinque pari, Bonati e soci finiranno per smarrire la via della vittoria. Il digiuno dai tre punti compromette la salvezza diretta e, con le concomitanti rimonte di Carpineti e Fidentina, il destino del Salso rimane agganciato ai playout. Per la quarta volta in sette anni. Retrocedono tre squadre in Promozione; resta così lo spareggio tra i parmensi – quattordicesimi con 36 punti – e i modenesi della Cittadella, staccati un gradino più sotto a quota 34. Al “Francani” i padroni di casa in una gara mozzafiato (terminata 4-3 ai supplementari) centrano una salvezza miracolosa. La forza di un gruppo giovane, emergente, compatto e consapevole di non avere nulla da perdere sono state le armi vincenti ben giocate dal presidente Granelli, che iscriverà il club per l’ottava volta consecutiva in Eccellenza. Sorpresa.

Colorno: 4,5
Un’annata iniziata male e finita peggio. Contro ogni previsione della vigilia, per tutto l’arco della stagione il Colorno ha navigato a vista nelle acque più agitate, finendo per naufragare inesorabilmente. Voltolini, reduce da tre salvezze di fila con il Salsomaggiore, sembrava l’uomo giusto per iniziare un progetto improntato sui giovani e sulla valorizzazione delle formazioni più importanti del vivaio gialloverde. Soprattutto dopo gli addii di Oppici, Demicheli, Urbano, Schiaretti, Lorenzini e Mastaj, vere e proprie colonne portanti dello spogliatoio colornese. Ma le scommesse estive Camara e Zuelli, i due nuovi innesti del reparto avanzato, risultano perse in partenza. Tant’è che il primo saluta a settembre e si accasa al Borgo San Donnino, mentre il secondo viene lasciato libero pochi mesi dopo. E persino l’arrivo, in seconda battuta, dello svincolato Battaglia non avrà esito differente. L’avvio di campionato è parecchio tribolato, il gioco latita e le vittorie non arrivano: dopo nove turni, la squadra si ritrova inaspettatamente ultima in classifica con la miseria di 4 punti. Tra ottobre e novembre i ducali vivono il loro miglior momento con Voltolini alla guida: i match contro Casalgrandese, Sanmichelese Sassuolo, Luzzara e Gotico Garibaldina portano in dote ben 8 punti, che sembrano poter dare il là alla risalita di Caraffini e compagni. Ma la magia svanisce con effetto immediato e i ko con San Felice, Carpineti, Axys Zola e Rolo (intervallati dal solo pareggio contro la Cittadella) costano la panchina a Voltolini, che viene esonerato prima di Natale. La rosa nel frattempo – rinnovata in sede di mercato con gli arrivi di Grillo, Nyantakyi, Piro e Melegari, che si erano aggiunti al giovane Sylla – si ritrova a lavorare con il preparatore atletico (e già coach dei Giovanissimi A) Mattia Bernardi, che con l’anno nuovo assume l’incarico di allenatore della prima squadra. La nuova gestione, iniziata alla diciannovesima di campionato con la squadra ultima a quota 13 in classifica, si apre col botto: vittoria a Nibbiano e pari con la Bagnolese la settimana dopo. Poi arriva qualche stop inatteso, ma il nuovo Colorno – che tessera anche l’ex centrocampista di Parma e Renate Niccolò Galli – sembra avere le carte in regola per competere per la salvezza diretta. Tra febbraio e marzo i gialloverdi conquistano quattro vittorie in cinque gare (contro Folgore Rubiera, Casalgrandese, Sanmichelese e Luzzara) che li fa salire per la prima e unica volta in stagione in tredicesima posizione, a un passo dalla salvezza. Qui cala inaspettatamente il sipario: gli episodi non girano, il Colorno sbaglia gli scontri diretti e compromette la partecipazione ai playout. Le ultime cinque giornate sono la massima sintesi di una stagione imperfetta e anche poco fortunata: pesano e pure tanto i rigori falliti da Melegari e Mattia Bovi nei minuti di recupero contro San Felice e Cittadella VSP, così come si è rivelata fatale la scelta di rinviare a dopo la Pasqua la delicata partita in casa dei modenesi (valevole per il trentunesimo turno). E all’ultimo atto, complice la rocambolesca sconfitta contro l’Axys, è arrivata l’inevitabile stangata. Il Colorno è retrocesso direttamente da terzultimo in classifica: troppo pochi i 33 punti all’attivo. Dopo otto anni consecutivi, il campionato di Eccellenza non avrà più tra le sue partecipanti uno dei maggiori club della provincia di Parma. Harakiri.

PROMOZIONE

Pallavicino: 9
In testa dalla prima giornata (e in modo solitario dalla terza) fino al fischio conclusivo di una stagione lunga, massacrante, ma ricca di soddisfazioni. Il team di Busseto si è laureato campione con merito, centrando lo storico record di punti nel campionato di Promozione, ben 82. Frutto di 26 vittorie, 4 pareggi e altrettanti ko. Impressionanti i numeri della squadra di mister Piscina, che ha iniziato il torneo con una serie di 11 risultati utili in altrettante gare e che dopo il primo passo falso (0-2 con la Piccardo) ha ripreso a macinare gioco e risultati. A quella prima sconfitta del 6 novembre hanno fatto seguito ben 10 vittorie consecutive – di cui 8 mantenendo la porta inviolata – che hanno permesso ai blues di candidarsi come regina del torneo. L’unico momento di flessione dei bussetani è stato a cavallo dei mesi di febbraio e marzo, quando i ko con Carignano, Agazzanese e Brescello e il pareggio di Marzolara avevano fatto pensare ad un inevitabile cedimento. Invece, il rush finale, con le inseguitrici Carignano e Agazzanese sempre pronte alle calcagna ad approfittare di un eventuale passo falso, è stato imperfetto. Servivano sei successi di fila per arrivare in testa e sono arrivati. Con 30 reti in 33 partite giocate bomber Cossetti si è rivelato una pedina indispensabile all’interno dello scacchiere di mister Alessandro Piscina, vero e proprio artefice di questa cavalcata. Il tecnico parmigiano si è fatto subito apprezzare all’interno di un gruppo che si è sempre dimostrato compatto, unito e ben amalgamato. Brava ovviamente anche la società che, senza sbagliare un colpo, ha contribuito a riportare il Pallavicino nella categoria che più gli compete, dopo un solo anno di assenza. Giù il cappello.

Carignano: 8,5
Fare 81 punti in stagione e terminare in seconda posizione non è cosa che si vede tutti gli anni sui campi dilettantistici. Il Carignano è stata la vera rivelazione della Promozione 2016/2017, ma guai a pensare che si sia trattato di un’annata non programmata. Infatti, che non fosse un fuoco di paglia non ne dubitavamo, poiché la squadra messa a disposizione di mister Marcotti era stata costruita per puntare ai playoff. Ma al via partiva qualche passo dietro rispetto alle superpotenze Agazzanese, Piccardo, Pallavicino e Brescello. Il percorso dei giallorossi è sempre stato molto regolare e all’insegna della continuità: infatti, capitan Pioli e soci non solo sono risultati la formazione meno battuta del girone A (appena 3 le sconfitte), ma hanno vinto addirittura 25 gare, pareggiandone 6. Strabiliante la media punti (2,59) raccolta nelle partite in trasferta, la migliore in assoluto, ottima anche la marcia tra le mura amiche del “Padovani” (2,18). Sempre a proposito di numeri, assieme all’Agazzanese, i parmensi hanno stabilito anche la miglior striscia di risultati utili consecutivi: addirittura 19 le giornate di imbattibilità, tra la settima e la ventiseiesima. Che cosa è mancato allora a questo Carignano? Solamente due punti in più, che sarebbero serviti a bruciare la concorrenza del Pallavicino nel bellissimo testa a testa conclusivo. E un po’ di fortuna. Già, perché il piccolo club parmigiano, giunto in finale playoff contro l’Agazzanese (forse la squadra veramente più attrezzata per vincere il campionato), è stato beffato proprio all’ultimo minuto da un autogol che è costato l’approdo in Eccellenza. Sconfitta amara, sicuramente, ma che non va ad intaccare lo splendido lavoro svolto da ogni singolo tesserato del Carignano, che il prossimo anno sarà ancora grande protagonista. Potete starne certi. Garanzia.

Piccardo Traversetolo: 5,5
Insieme all’Agazzanese era accreditata da tutti come la grande favorita. E la campagna acquisti di inizio stagione (Medioli, Margini, Schiaretti, Tagliafierro, Martini, Chiurato), dopo la surroga con il Traversetolo che aveva portato in dote il centro sportivo della località appenninica, lasciava presagire ad un dominio assoluto. Anche l’arrivo in panchina di un maestro come Bazzarini sembrava essere una rassicurazione importante per primeggiare in questa categoria. Eppure, nonostante un saldo positivo di otto punti in più rispetto all’anno passato, anche la seconda stagione in Promozione del club del presidente Scrinzi non ha convinto a pieno. Il “Tesauri” non si è rivelato il fattore vincente e, anzi, proprio sul campo di Traversetolo sono arrivate le delusioni più cocenti. Vedere per credere i ko contro Fontana Audax e Noceto di inizio anno. Dopo l’assestamento, i valori dei piccardini sono usciti alla distanza e, grazie a una importante serie utile di 12 risultati, gli uomini di Bazzarini si sono avvicinati sensibilmente alla zona promozione, con il primo posto a soli tre punti di distanza. Poi, l’inaspettato ko contro il Monticelli alla ventiquattresima e il passo falso contro la cenerentola Basilica 2000 (0-0) sono costati un anticipato (e ingiustificato) addio all’ambitissimo primo posto, diventato con il passare delle giornate un affare a tre. Gli scontri diretti con le “tre sorelle”, nel girone di ritorno, non hanno regalato né punti né soddisfazioni, ma la Piccardo ha comunque continuato a lavorare per rimanere agganciata all’unico playoff rimasto e che a un certo punto sembrava in procinto di sfumare. Spareggio disputato in trasferta, in virtù del quarto posto (ottenuto con 74 punti), sul campo inviolato dell’Agazzanese, terza. Per approdare alla finale di Carignano sarebbe servito battere i piacentini nel loro fortino, ma così non è andata. Lo scontro tra titani, giocato a testa alta dai parmensi, si è chiuso sullo 0-0. Non è bastato alla Piccardo Traversetolo essere la miglior difesa del torneo (appena 21 le reti subite) per salire di categoria. Sarà inevitabile la rivoluzione nel prossimo mercato: direttore sportivo e allenatore sono già stati cambiati, presto potrebbero fare le valigie tanti giocatori. Una cosa è certa: con il nuovo ciclo Dall’Asta non muteranno gli obiettivi. Grande assente.

Terme Monticelli: 7,5
Da molti era stato reputato come uno dei team che più avrebbero faticato a centrare la salvezza; si è rivelato, invece, come quello che, in rapporto ai mezzi a disposizione, è riuscito a fare meglio. La partenza era stata incoraggiante, con il derby molto sentito (per via dei tanti e recenti ex di turno) contro il Carignano vinto con un netto 1-3 . Ed era solo il debutto; per tutta l’andata, Artich e soci sono riusciti a tenere il passo delle big, arrivando infatti al giro di boa con 35 punti in classifica, gli stessi dell’Agazzanese. Nel ritorno, i tre ko con Pallavicino, Agazzanese e Fontana Audax e qualche segno “x” di troppo hanno estromesso anzitempo i termali dalla corsa per i playoff. Ma la squadra allenata da Paolo Gussoni è riuscita a togliersi qualche soddisfazione, come ad esempio battere i cugini della Piccardo Traversetolo nel return match e sorpassare l’ambizioso Brescello nello sprint finale. Alla fine dei giochi, il Terme Monticelli ha chiuso la sua quarta stagione consecutiva in Promozione al quinto posto, con il cospicuo bottino di 65 punti: diciannove in più rispetto a maggio 2016. In un campionato normale i biancocelesti avrebbero disputato certamente gli spareggi promozione, ma le teste di serie presenti quest’anno nel girone A hanno dimostrato di valere tutte quante un’altra categoria. Grande merito va attribuito al condottiero Paolo Gussoni, bravo a plasmare una squadra solida, che ha subito pochi gol e che è sempre rimasta in partita con qualsiasi avversario. Il futuro, però, non sarà più insieme: Gussoni proverà a rilanciare il Montecchio, mentre il club termale ripartirà da Ennio Botta. Outsider.

Borgo San Donnino: 6
Matricola del campionato, ma con velleità da parte sinistra della classifica sin dall’inizio. Per il Borgo San Donnino, alla prima storica apparizione in Promozione, ottenere la salvezza è stato un gioco da ragazzi, ma il campionato è stato vissuto all’insegna dell’intermittenza. L’inizio, ad esempio, è stato da incubo: il giovane tecnico Vullo ha pagato a caro prezzo le prime due sconfitte in campionato, che avevano fatto seguito alla precoce eliminazione nel girone di Coppa con Carignano e Il Cervo. Il percorso di Emanuele Cecchini è iniziato nella gara con la Castelnovese/Meletolese, che ha dato il là a un mini-ciclo positivo che aveva fatto ben sperare i sostenitori del club fidentino. Ma il San Donnino non ha mai trovato quella giusta continuità per rimanere a ridosso dei playoff. E così, chiusa la prima metà di torneo con 23 punti – abbastanza per stare tranquilli, troppo pochi per sognare qualcosa di grande – la squadra ha pensato a chiudere con dignità la seconda parte di stagione. Se poi consideriamo che a dicembre, nel frattempo, il club aveva dato il proprio placet per le partenze di alcuni pezzi da novanta della rosa di inizio anno (Montali e Modafferi su tutti), riesce facile sostenere che anche i vertici societari si erano accorti che sarebbe stato inutile tentare una scalata. L’ottavo posto con 45 punti è un motivo più che valido per giudicare sufficiente l’annata dei biancoblù, da ricordare per lo più per il doppio successo nello storico derby contro i cugini famosi del Fidenza. Vorrei ma non posso.

Noceto: 6
Storia piuttosto analoga a quella del Borgo San Donnino, con cui per altro è stato condiviso per tutto l’anno l’impianto sportivo de “Il Noce”. Mister Bacchini ha traghettato con agevolezza il suo gruppo al traguardo della permanenza in categoria, permettendosi più di un esperimento nel finale di stagione. La rosa, allestita in estate dal direttore sportivo Nani, è sembrata fin da subito all’altezza per concorrere ai posti intermedi della graduatoria. Partiti senza mezze misure, i rossoblù hanno alternato vittorie e sconfitte cogliendo il primo pareggio solamente al tredicesimo turno; la prima parte si è chiusa con un dignitoso settimo posto a quota 23, dopo uno score di sette vittorie, otto sconfitte e due pari. L’esperienza di giocatori del calibro di Terranova, Guarini e Partelli ha agevolato il neopromosso club a trascorrere un girone di ritorno senza affanni e senza incappare in brutte figure. Non c’è mai stata troppa continuità di risultati – questo va detto – se non a inizio 2017: la miglior serie utile dei nocetani è durata lo spazio di cinque gare, grazie alle vittorie su Marzolara e Il Cervo separate dal trittico di pareggi con Agazzanese, Piccardo e Montecchio. Senza troppi obiettivi da perseguire, il finale di stagione è stato gestito in un clima sereno e spensierato, ma comunque professionale. Come ampiamente dimostrato nelle ultime due uscite contro Carignano e Pallavicino, in cui Giordani e compagnia non hanno lesinato complimenti a chi si stava giocando qualcosa di più importante. Protagonista in termini di gol l’attaccante Palumbo, arrivato a quota 11, nonostante l’ex Il Cervo sia spesso rimasto ai margini delle formazioni di partenza. Per il Noceto, nono classificato a 44 punti, l’anno di Promozione è stato una preziosa esplorazione dei campi su cui dovrà confermarsi la prossima annata, quando sarà lecito aspettarsi un piccolo salto di qualità. Gita scolastica.

Langhiranese: 6
Senza infamia e senza lode il campionato della compagine della val Parma, che per il secondo anno consecutivo ha centrato l’obiettivo della salvezza tranquilla. La rivoluzione sul mercato nella passata estate è servita a ridare verve allo spogliatoio della Benemerita, che necessitava di qualche cambiamento storico. Ad alcuni acquisti interessanti, poi, si era aggiunto il più navigato dei bomber di Parma e provincia, Stefano Roncarati, che alla sua ultima stagione da giocatore, è riuscito a confermarsi come capocannoniere della squadra con 9 realizzazioni. Il team di Langhirano ha costruito le sue fortune tra le mura amiche del rinnovato stadio “Pertini”, dove sono arrivati 30 dei 43 punti finali. Meno bene è andata la squadra di Enore Paoletti in trasferta, visto che ha incassato ben 10 sconfitte su 17 incontri. Salvezza messa in cassaforte comunque con largo anticipo e nella parte conclusiva del torneo sono stati diversi i ragazzi del settore giovanile lanciati in prima squadra. Lo zenit di una stagione onesta, ma essenziale è stato toccato in due occasioni, con i successi strappati alle big Carignano, all’inizio, e Brescello, alla fine. Per il resto, ordinaria amministrazione. Un punto e una posizione di classifica in più rispetto ad un anno fa. Sobrio.

Marzolara: 6,5
Tenace come il suo allenatore, la squadra della val Baganza è riuscita a compiere una mission – a detta di molti – impossible. Tornato in Promozione dopo cinque anni, i biancoblù del Marzolara si sono trovati a confrontarsi con le numerose realtà blasonate che in questa stagione hanno reso il campionato davvero avvincente. Si temeva che il club del presidente Barbuti, che rappresenta una frazione di poco più di cinquecento persone, non sarebbe riuscito nemmeno a trovare i giovani che devono essere presentati nelle liste di inizio anno. E invece grazie all’operato dell’uomo mercato Adorni di giovani di belle speranze ne sono arrivati, e anche bravi: il trequartista Izir, il terzino De Rinaldis, il portiere Colacicco. Grande protagonista, però, è stato il trentunenne centravanti Moyopo Poka (14 reti), che dopo tanti anni di Prima Categoria è riuscito finalmente ad affermarsi anche in un campionato di livello superiore. Ottima anche l’annata del duo Bruschi-Bottali, che ha fruttato ben 17 reti. Non sapremo mai con quali segreti il guru Savi sia riuscito a ottenere questo traguardo, ma quel che è certo è che il Marzolara – nonostante una lista di infortuni che si allungava di domenica in domenica – è sempre rimasto in linea di galleggiamento; e dopo aver chiuso il girone d’andata con 16 punti, è riuscito a superarsi nella seconda metà di stagione, raggiungendo la quota finale di 36. Ciliegina sulla torta: i festeggiamenti con una giornata d’anticipo. E, alla faccia degli scettici, per la quarta volta nella sua storia il Marzolara ricomincerà dalla Promozione. Gulliver.

Viarolese: 6,5
Come realizzare un film indimenticabile con pochi mezzi a disposizione, senza grandi attori protagonisti (basti pensare che i due goleador, Cavalli e Talignani, hanno realizzato 5 reti ciascuno) e vincere l’oscar. La  matricola Viarolese è stata la “grande bellezza” di questo torneo di Promozione, in cui era stata inserita in extremis solo dopo il ripescaggio avvenuto ad agosto inoltrato. Una storia davvero avvincente, soprattutto se considerato che, come il Marzolara, si tratta di un club che rappresenta una piccola frazione del comune di Sissa Trecasali e costruito con elementi molto giovani. La sapiente regia di mister Fabbi (anch’egli alla prima apparizione in questa categoria) ha contribuito a girare un perfetto atto finale, con tanto di sbalorditivo happy ending. Le prime apparizioni si sapeva che avrebbero creato un po’ di smarrimento (0 punti in 4 partite); ben presto però gli azzurro-granata hanno tirato fuori gli artigli, recitando la parte dei leoni. E non a caso, grazie ai successi su Basilica 2000, Marzolara, Fontana Audax, Il Cervo, Castelmeletolese e Fidenza e ad un paio di pareggi strappati qua e là, hanno concluso la prima metà con l’ottimo score di 20 punti in classifica. Nel ritorno il rendimento si è leggermente abbassato a causa di qualche passo falso di troppo, ma il team della bassa parmense non ha mai rischiato seriamente di sprofondare in zona playout. Ma lo spauracchio retrocessione è stato  scongiurato grazie al coup de théâtre finale: la vittoria a Fidenza nello scontro diretto e il pari interno strappato al Monticelli hanno permesso di brindare alla salvezza. E così “la frazione resta in Promozione”, come recitavano le maglie celebrative dei giocatori lo scorso 30 aprile. Hollywood.

San Secondo Parmense: 5,5
Insieme a Montecchio e, per certi versi, anche a Piccardo Traversetolo e Brescello, è stata la delusione del girone. In occasione della stagione del centenario tutti i riflettori erano puntati sul club bianconero, che nella passata estate, nonostante una naturale diaspora di alcuni elementi dopo l’addio di Barbarini, era riuscito a trattenere diversi senatori del gruppo storico, a cui si erano aggiunti calciatori di spicco per la categoria quali Lorenzini, Greci e Piazza. Il ruolo di allenatore era stato affidato il 3 agosto a Marco Giandebiaggi, tornato sui campi dopo la parentesi alla Piccardo conclusa con l’esonero. Eppure qualcosa non ha funzionato fin dal primo istante nella macchina bianconera: la mano dell’allenatore non si è praticamente mai vista e i risultati non sono stati dalla sua parte. Il team della bassa parmense ha iniziato la stagione come peggio non poteva fare: 5 punti in 9 incontri e l’incubo di doversi dimenare nelle sabbie mobili della classifica a farsi sempre più concreto. Con il passare delle settimane la situazione non è migliorata e si è arrivati, dunque, all’inevitabile esonero dopo la sedicesima partita (con Lorenzini e soci quindicesimi con appena 14 punti). Viene inizialmente annunciato Stefano Pompini, ma il vero traghettatore sarà Gianluca Delgrosso, tecnico della Juniores, che sistema un reparto difensivo sin lì lacunoso cambiando il sistema di gioco. Con il 5-3-2 la squadra ha maggiore protezione e Lorenzini e Gualtieri riescono comunque a lasciare il segno. Sarà proprio il capitano a trascinare i compagni alla salvezza, grazie anche al personale bottino di 23 gol realizzati. Nell’intero girone di ritorno i sansecondini conquistano 22 punti, un buono score che permette di centrare la salvezza raggiungendo quota 36, al pari di Marzolara e Viarolese. Saldo piuttosto negativo rispetto alla precedente annata, in cui sono andati persi 11 punti e quattro posizioni di classifica. E alla fine va anche bene così. Ma che faticaccia. Floppino II.

Fidenza: 4,5
Diciamoci la verità: sapevamo con ampio margine che per il più storico dei club della cittadina borghigiana sarebbe stata una stagione all’insegna delle peripezie e della sofferenza. Sulla falsa riga delle precedenti due. Leggere per credere il pagellone di dodici mesi fa. La campagna acquisti estiva aveva lasciato piuttosto a desiderare, con molte pedine della rosa provenienti da categorie inferiori. Ma nonostante tutto è stato buono invece l’approccio alla competizione, con i bianconeri che erano riusciti a sorprendere tutti (Brescello compreso) grazie agli 8 punti messi da parte nelle prime 6 di campionato. Poi, un lento e inevitabile declino ha accompagnato la squadra fino all’esonero di Brandolini, che ha lasciato in eredità a Massimo Barbuti una compagine al quattordicesimo posto con 15 punti in 16 match. Il cambio di panchina non è servito a dare gli esiti sperati, anzi la media punti è peggiorata col passare delle settimane (12 punti in 18 gare); a nulla sono serviti gli acquisti di Casisa e Fofo Wisdom, prima, e di Franzese, dopo. Complice qualche passo falso di troppo, come nella gara con Il Cervo (ventitreesima giornata) e con il Marzolara (trentesima), il Fidenza ha perso il passo per rimanere aggrappato al treno play out. E le ultime tre giornate, culminate con lo stesso esito, la sconfitta, hanno decretato la terza retrocessione in altrettanti anni del team fidentino, che è passato nel giro di poco dalle stelle (la Serie D) alle stalle (la Prima Categoria). Fiasco.

Basilica 2000: 5
Costruita con coraggio dal ds Viglioli, la giovanissima formazione di Basilicanova era la meno accreditata di tutte le diciotto del girone A a poter competere per la salvezza. La poca esperienza della categoria da parte dei ragazzi in rosa e di un mister molto preparato ma ancora forse inesperto per la Promozione sono costati una partenza a rilento. Fino alla vittoria scacciacrisi nello scontro diretto con Il Cervo del 30 ottobre. Da quel momento in avanti la squadra rossoblù ha registrato un notevole processo di crescita, dimostrando di rimanere in partita con qualsiasi tipo di avversario. Ma sono arrivate poche, pochissime vittorie (appena 3) e troppi pareggi (11). E i 10 punti dell’andata sommati ai 10 conquistati al ritorno non sono stati sufficienti per arrivare ai playout, l’obiettivo dichiarato ad inizio stagione. Il Basilica ha sofferto i numerosi infortuni (quello del talentino Dedja su tutti) che hanno avuto un’incidenza non da poco su una rosa di per sé corta e la mancanza strutturale di un vero e proprio centravanti in grado di poter dare il proprio contribuito in fase offensiva, dacché l’attacco è rimasto più volte con le polveri bagnate: appena 25 i gol siglati in tutto l’anno. Quattro di questi hanno portato la firma di Bottazzi, che di professione fa il mediano. Nonostante i sette punti di distacco, diamo mezzo voto in più rispetto al Fidenza, per il buon gioco espresso – caratteristica sempre riconosciuta dagli avversari – e per il fatto di aver portato a casa pareggi storici e insperati come quelli contro Agazzanese e Piccardo, rispettivamente alla venticinquesima e alla ventiseiesima giornata. Sprofondo rosso(blu).

Il Cervo Collecchio: 4

Per riassumere la stagione sciagurata dei neroverdi basterebbe elencare alcuni numeri. 4 gli allenatori (Corniali, Brianti, Germini, Cerutti) scelti, cambiati, esonerati, dimessi e sostituiti da luglio ad oggi. 14 come i punti collezionati nel girone d’andata (7 nelle 11 gare di Brianti, altrettanti nelle 7 sotto la gestione Germini), 1 soltanto in tutto il girone di ritorno con il traghettatore per caso Cerutti in panca. 11 ko consecutivi, da febbraio fino alla fine, 27 in totale durante la stagione, di cui almeno 6 con goleade da cinque o più gol di scarto. E la logica conseguenza di una difesa colabrodo (94 reti subite). Con questi numeri diventa un’utopia non solo salvarsi, ma anche pensare di poter evitare brutte figure in confronti spesso impari. Eppure la rosa, nonostante qualche perdita illustre in corso d’opera (vedi Cuccu e Alinovi per ragioni lavorative), era stata rafforzata a dicembre con gli arrivi di Boga, Alessandro Montali e Lorenzo Riccò. Ma i motivi di un annus horribilis vanno ricercati a monte: azzardata la scommessa estiva Corniali (che non ha nemmeno iniziato la preparazione), errato e intempestivo l’esonero a fine ottobre di Brianti, infruttuosa la scelta di Cerutti. Quanto all’addio tragicomico di Germini, la “colpa” (se così si può definire) della società collecchiese è stata quella di tagliare il figlio del mister presente in rosa e non più parte integrante del progetto. Le dimissioni, tanto spontanee quanto discutibili, dell’ex allenatore del Traversetolo, giunte nel momento più positivo della squadra, hanno rappresentato il colpo del ko definitivo per il club, che nonostante tutte le vicissitudini era ampiamente in corsa playout. L’ultimo posto finale è stata una sentenza amara per la società di Collecchio – in Promozione da tre anni -, a cui va dato però atto di aver lavorato molto bene con il proprio settore giovanile, che ha ottenuto risultati importanti con più di una formazione. Ma dalla prossima stagione occorrerà fare un bel reset per riordinare le idee. Caporetto.

 

 

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