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Promozione gir. A

Piccardo, Martinez segna di già. «Ho rifiutato l’estero, Traversetolo è una scelta di vita»

Piccardo, Martinez segna di già. «Ho rifiutato l’estero, Traversetolo è una scelta di vita»

Sono passati appena 90 minuti, quelli disputati ieri nei quarti di Coppa Italia tra Piccardo Traversetolo e Castellana, per capire che l’arrivo dell’attaccante Leandro Antonio Martinez può davvero sconvolgere gli equilibri di un intero campionato. Se qualcuno nutriva dubbi sul suo adattamento o, per meglio dire, sulla capacità di “abbassamento” al calcio dilettantistico di casa nostra, si dovrà ricredere. Il nuovo dìez della Piccardo sembrava davvero già in palla. Il classe ’89, tornato a Parma – la città che lo aveva adottato fin dall’infanzia, al suo arrivo dall’Argentina – dopo una lunga esperienza calcistica in Ungheria (con le maglie di Honvéd, Gyori ETO, Haladás e MTK Budapest), ha bagnato il suo esordio in partite ufficiali segnando la rete che ha messo in discesa la partita per i ragazzi di mister Dall’Asta (clicca qui per gli highlights). Inevitabile dire che è stato il colpo di mercato più importante di tutto il mercato di gennaio: a Traversetolo si sono assicurati un talento puro, che potrebbe consentire al club del presidente Scrinzi di battere l’agguerrita concorrenza e volare, finalmente, nel paradiso chiamato Eccellenza. Il biglietto da visita di Leandro Martinez è stato impressionante, ma ora tutti con ansia attendono di vederlo all’opera nello scontro diretto di domenica con i cugini agguerriti del Felino, dove gioca un altro fresco ex professionista, Francesco Potenza.

I nostri microfoni hanno raggiunto, dunque, Martinez per strappargli le prime dichiarazioni da attaccante della Piccardo Traversetolo. Una chiacchierata tra presente, passato e futuro…

Ciao, Leandro, benvenuto su SportParma.
«Innanzitutto grazie mille per il vostro interesse».

Da poche ore sei un giocatore della Piccardo Traversetolo e hai già segnato al debutto… In attesa del transfer, hai studiato il campionato di Promozione? Che idea ti sei fatto?
«Nell’attesa mi sono allenato da parte, per conto mio, per arrivare al massimo delle mie potenzialità il prima possibile. Ieri è stata la prima partita per me in questa categoria e quindi posso parlare solo di ieri, non avendo mai giocato né visto prima altre gare, tranne 2 o 3 della mia Piccardo.
L’idea che mi sono fatto? Sicuramente sono i tempi di gioco diversi, molto più lenti, meno possesso palla, ma tanto cuore e grinta!».

Dopo un lungo girovagare tra Italia, Svizzera e Ungheria, hai deciso di scendere per la prima volta tra i dilettanti. Cosa ha influito di più in questa scelta? A 28 anni, forse, avresti potuto giocare ancora in palcoscenici più prestigiosi.
«Ho girato tanto e ho messo nel cassetto tante belle e brutte esperienze, che mi hanno aiutato a crescere sia come uomo sia a livello calcistico.
La mia è stata una scelta personale: dopo la nascita di mio figlio Thiago, ho deciso di ritornare a casa. Ci sono state chiamate dall’estero per continuare a giocare ad alti livelli da professionista, ma assieme a mia moglie abbiamo deciso di fare una scelta di vita più che lavorativa. Poi, avevo proprio voglia di ritornare in Italia e meglio che alla Piccardo Traversetolo, dove mi hanno visto crescere, non poteva capitare».

Hai indossato molte maglie di squadre diverse (addirittura 11), ma è facile immaginare che quella del Parma, con cui hai esordito in Serie A (era la stagione 2007/2008), sia stata la più importante. Che ricordi hai di quei momenti?
«Quella del Parma è stata molto importante, ma ero solo un ragazzino di 17 anni. Personalmente, preferisco le stagioni del 2013/2014 con le maglie del Honved (3º Posto e qualificazione UEFA) e Gyori ETO (vittoria della Supercoppa ungherese e del Campionato ungherese, oltre che al gol in Champions League); inoltre, aver vinto il titolo di miglior calciatore ungherese per due volte è stata una grande soddisfazione. Sono stati cinque anni splendidi quelli passati in Ungheria: tanti obiettivi raggiunti e tante belle esperienze. Come la salvezza all’ultima di campionato con l’Haladás, in cui misi a segno uno dei 3 gol, vincendo così ancora il titolo di miglior giocatore d’inverno. E ritrovarsi ogni anno nei TOP 11 non è stato sicuramente facile!».

Segui ancora la squadra crociata? Pensi che possa riuscire a tornare in A al termine del campionato?
«Ho visto degli spezzoni delle ultime due partite, ti dico la verità. Anche se il Parma lo seguo sempre fin dalla mia giovane età! Insomma, è la squadra della città in cui sono cresciuto, come potrei non seguirlo? Ho anche tanti amici che vanno in Curva Nord… Mi auguro pienamente che il Parma torni in Serie A, perché la città e la piazza lo merita assolutamente!».

Quasi ci dimenticavamo. Domenica c’è il derby Piccardo-Felino. Può valere il primato e forse anche la stagione. Te la senti di fare un pronostico? Chi è la squadra favorita?
«Nessun pronostico, due squadre all’apice che se la giocheranno sino alla fine per vincere la Promozione».

 

(Nella foto, a sinistra Franco Scrinzi, presidente della Piccardo, e Leandro Martinez, a destra, ultimo acquisto dell’«armata giallonera»)

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