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Il protagonista

IL PROTAGONISTA – Intervista al ds Viglioli: «Il Basilica 2000 e la regola delle “tre c”: coraggio, condivisione, crescita»

IL PROTAGONISTA – Intervista al ds Viglioli: «Il Basilica 2000 e la regola delle “tre c”: coraggio, condivisione, crescita»

Secondo appuntamento con Il protagonista, la nostra nuova rubrica che si occuperà di intervistare e dare risalto a giocatori, allenatori, dirigenti delle squadre più in vista dell’ultima domenica di calcio dilettantistico. Oggi i microfoni di SportParma hanno intercettato Federico Viglioli, il direttore sportivo del Basilica 2000 che tre giorni fa ha conquistato finalmente il primo successo stagionale. La vittoria dei rossoblù (penultimi a quota 5 punti) ai danni dei cugini de Il Cervo ha riaperto i giochi in coda ad una classifica sempre più corta. Il neopromosso team di Basilicanova ha rotto il ghiaccio con un campionato in cui non vinceva dal maggio 2014, data dell’ultima partecipazione della matricola rossoblù. Tutte le sensazioni, le aspettative e la fiducia nel progetto che accompagna questo club affidate alla voce del nostro “protagonista”, Federico Viglioli.

Benvenuto su SportParma, Direttore. La sua squadra domenica si è resa protagonista di una bellissima partita: avete strappato tre punti ad una diretta concorrente e, soprattutto, avete conquistato la prima vittoria in campionato.
«Certamente è una vittoria che dà morale e che ci sblocca sotto l’aspetto emotivo: ha tardato ad arrivare, ma è stata una liberazione. La vittoria ti dà quella consapevolezza che ti permette di andare in campo in maniera più serena e di vivere al meglio la domenica».

Il successo, nel torneo di Promozione, al Basilica 2000 mancava addirittura da due anni e mezzo: 11 maggio 2014, 34^ e ultima giornata del campionato 2013/2014.
«Era un campionato con altri principi e altre logiche. Quest’anno abbiamo basato il progetto sulla cosiddetta “regola delle tre C”: coraggio, condivisone, crescita. E poi c’è un altro punto cardine che va sottolineato, che è l’opportunità: a questi ragazzi abbiamo dato finalmente l’opportunità di non vivere all’ombra dei solidi marpioni e dei soliti senatori dello spogliatoio. Un progetto condiviso al cento per cento con squadra, società e allenatore. Ovviamente, se la salvezza arriva è funzionale al nostro piano, ma quello che di prerogativa deve esserci è la maturazione dei giovani in rosa».

Escludendo l’ultima gara, quali sono state le maggiori difficoltà incontrate dal giovane gruppo a disposizione di Alessandro Ferrari nelle prime dieci giornate?
«Innanzitutto consentimi di dire una cosa: contro Il Cervo abbiamo giocato la nostra migliore prestazione stagionale nella loro peggiore giornata. Mi è dispiaciuto per l’esonero di Brianti, a cui auguro tanta fortuna. Le difficoltà? Sai, forse a volte i giovani per allontanarsi dalle criticità stesse dimostrano un pizzico di superficialità: spesso, noi abbiamo commesso degli errori, anche banali. Che però ci sono costati tante sconfitte. Adesso siamo in una fase in cui, preso atto del livello e della crescita che sta avvenendo, speriamo di essere più continui nei risultati».

Lei ha sempre puntato forte sui giovani, lo dimostra la passata stagione in Prima Categoria: la sua squadra, una vera e propria “under 26”, ha una media età davvero bassa. Crede davvero che questo progetto possa portare a risultati immediati in un torneo spietato come quello di Promozione?
«Saper aspettare l’inserimento dei ragazzi non è semplice, ma i tempi vanno rispettati. Già lo scorso anno avevamo inserito in prima squadra diversi classe 1998; e gli stessi  giocatori della Juniores Provinciale della passata stagione quest’anno sono titolari in Promozione. La difficoltà più grossa è quella di far conoscere a dei ragazzi di diciotto-vent’anni questo campionato, che non avevano mai vissuto prima dura. L’approccio alla partita è sempre la cosa più difficile, ma io credo che i ragazzi abbiano già acquisito un po’ di capacità da questo punto di vista. Lo stesso discorso vale anche per l’allenatore stesso, che ha debuttato la passata stagione in Prima Categoria. Noi stiamo provando a costruire in casa i nostri giocatori, non li andiamo a prendere. anche per questo noi ci dissociamo da eventuali esoneri, perché siamo un gruppo che condivide idee e intenti: e per me questo aspetto va davanti alla difficoltà del campionato. A fine anno sapremo se questa crescita potrà garantire la salvezza e una ripartenza da questa categoria con basi più consolidate. Per come leggo io questo torneo, adesso siamo in fase di accelerazione del campionato: le 7-8 sorelle adesso stanno andando forte perché vogliono fare punti, perciò le differenze adesso si vedono di più. A febbraio, forse, non sarà così, perché mi auguro che si sia innescata la crescita dei nostri ragazzi. Fammi aggiungere un’altra precisazione».

Prego.
«Prima di tutto voglio temprare la mia squadra; poi, se a fine anno arriva la salvezza arriva, ancora meglio. Noi possiamo anche permetterci di retrocedere e so che questo è un discorso che dà fastidio ad alcuni. La mia sfida, e la sfida del Basilica 2000, è quella di poter provare a raggiungere un risultato passando per un percorso condiviso, che è quello di dare la possibilità a questi ragazzi giovani di mettersi alla prova e di migliorarsi. Ma non puoi arrivare alla salvezza senza fissare un obiettivo: molte squadre non studiano la strada e pensano solo alla meta».

Cosa si aspetta dalle prossime partite? Il campionato sembra esser diviso in due parti piuttosto equilibrate tra loro.
«Dobbiamo incontrare ancora San Secondo, Castelmeletolese, Noceto e poi avremo il derby molto sentito con il Monticelli. Quello che ho detto ai miei ragazzi è che non dobbiamo farci delle classifiche: per noi le sfide sono tutte uguali. Quando giochi contro squadre blasonate come il Brescello, ti scontri con una corazzata; contro Il Cervo, San Secondo e Viarolese sono scontri diretti. Ma sono tutti dello stesso livello e dello stesso coefficiente di difficoltà, non cambia assolutamente nulla. Mi aspetto di affrontare le partite una volta e di non commettere gli errori delle settimane precedenti: ecco, questa sarebbe già un buon auspicio».

Domenica per il Basilica 2000 ci sarà un banco di prova importante: avversario il Brescello di Piccinini, uno dei club più importanti del raggruppamento. Fin qui avete sempre venduto cara la pelle e fatto bella figura, soprattuto con le big, senza avere troppa fortuna però. Ma ora alla vittoria con Il Cervo andrebbe data continuità.
«Onestamente, dobbiamo essere lucidi nel valutare l’ultima vittoria. Il successo di Collecchio ci deve dare le giuste consapevolezze, però, con tutto il rispetto per Il Cervo, domenica arriva un altro team. Basta pensare ai due paesi: la storia di Brescello da una parte e dall’altra Basilicanova, che si raccoglie in un semaforo e poco più. Potremo tentare di fare la partita, però dobbiamo essere consapevoli che il primo minimo errore (tattico, individuale, di posizione, di concentrazione) lo pagheremo caro contro squadre di questo tipo. Abbiamo perso tantissimi match per episodi di questo genere. A mio avviso domenica dobbiamo fare una prestazione per strappare un punto, ma siamo una squadra che comunque gioca a calcio. E contro squadre che giocano a calcio, quali Montecchio, Pallavicino, un po’ la Piccardo e via dicendo, abbiamo fatto sempre buone partire. A differenza di quando affrontiamo altre compagini che hanno sistemi di gioco differenti, cioè palla lunga e pedalare, che ci mettono più in difficoltà».

Le chiedo un pronostico. In che posizione vedremo la sua squadra a fine stagione?
«L’aspettativa passionale è quella di un altro spareggio. La salvezza diretta, oggi come oggi, è un traguardo difficile: bisogna essere obiettivi. Se mi chiedi che cosa sogno, però, ti dico una vittoria ai play out in casa a Basilicanova».

Ultimissima. Chi vincerà, alla fine, il girone A di Promozione?
«Ad oggi la squadra che ha coniugato al meglio gioco e top player è stato il Pallavicino. Sarei contento, ad oggi, se vincessero loro, perché hanno una struttura di gioco». Lorenzo Fava

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