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fabio giordano in conferenza

Calcio Serie A

Quello che nessuno ha capito della cessione del Parma

Quello che nessuno ha capito della cessione del Parma

Sono passate poco più di 12 ore dalla strana conferenza stampa di ieri al Tardini e a mente fredda proviamo a ricostruire una storia piena di misteri e punti interrogativi, ma anche qualche certezza (cipriota). Le parole del presidente Fabio Giordano e del dg Pietro Leonardi, infatti, non hanno rassicurato gli animi dei tifosi e degli addetti ai lavori, tant’è che ieri ci sono stati forti momenti di tensione anche tra giornalisti e la nuova proprietà. Frizioni figlie del passato e di una poca trasparenza che ha contraddistinto la gestione Ghirardi, il quale ha sempre negato (anche minacciando azioni legali nei confronti di quei giornalisti che parlavano della situazione debitoria del club; io sono tra questi) che i debiti del Parma fossero così gravi come in realtà sono. Perché la prima cosa che ha messo in chiaro Giordano è proprio questa: “La priorità è risanare”. Un risanamento che non può ancora essere quantificato nel dettaglio, perché il bilancio del 2014 non è stato ancora approvato dai vecchi azionisti. Insomma, il Parma ha una montagna di debiti e la colpa non è dei marziani, ma di Ghirardi (e del suo staff), che sia chiaro. Il tempo delle “balle” è finito (oltre a stipendi e Irpef non è stata pagata neanche l’Iva). E il clima rigido di ieri al Tardini è la diretta conseguenza di tutto questo. E a poco serve appellarsi al solito “scippo”, quello dell’Europa League, perché in dote avrebbe portato “solo” 6,5 milioni di euro, mica una miniera d’oro!

La conferenza di ieri è sembrata più un atto dovuto verso il popolo crociato e la stampa che un evento organizzato nei minimi particolari, tant’è che in alcune circostanze l’approssimazione ha regnato sovrana. Mezze risposte, patti di segretezza, cifre sconosciute e ripensamenti (vedi Pietro Doca, il rappresentante legale della Dastraso Holding Ltd con sede nella città di Limassol, Cipro). Una differenza enorme tra la presentazione di Ghirardi di otto anni fa e quella di ieri.

I nuovi acquirenti del Parma fatturano circa 2 miliardi l’anno ma, a quanto pare, a Parma non faranno follie, anche perché un’azienda va gestita in modo sapiente e su questo concordo con il presidente Giordano, il quale rimarrà in carico per tre mesi, poi dovrebbe uscire allo scoperto l’azionista di riferimento (Rezart Taci). Fin qui quello che ci è stato detto, ma la sensazione è che siano molte di più le cose non dette. E la lista è lunga: perché i nuovi azionisti al momento non vogliono apparire (le spiegazioni di Giordano e del padre non hanno convinto)? Perché dei facoltosi investitori esteri comprano una squadra ultima in classifica e murata di debiti? Perchè ieri la società non ha illustrato i programmi e le strategie a lungo termine? Perché Doca ha fatto marcia indietro? Quali sono le personalità di spicco che faranno parte della nuova società e del futuro Cda? Il calciomercato? La panchina di Donadoni? Il budget complessivo destinato al progetto Parma? Perché persiste il patto di riservatezza anche dopo la conclusione dell’affare? Potrei continuare all’infinito ma il risultato sarebbe sempre lo stesso: non ho capito! Trasparenza e rispetto gli ingredienti per aggiustare tutto e conquistare un po’ di fiducia.

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