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Calcio Serie A

Riian Mey: Gli occhi di tutto il mondo sul mio Sudafrica

Riian Mey: Gli occhi di tutto il mondo sul mio Sudafrica

Come era accaduto nel 1995 in occasione dei mondiali di rugby, l'arrivo della coppa del mondo di calcio in Sudafrica è un evento importantissimo per tanti aspetti. Non solo per la nazione, ma per tutta l'Africa.

Lo conferma Riian Mey, coach del Plusvalore Gran Parma, che ha vissuto da appassionato (all’epoca giocava a rugby ndr) il primo evento e da buon sudafricano seguirà con l’interesse la kermesse di quest’estate.
«Parlando con amici che ora si trovano là posso dire che c’è tantissima attesa ma al tempo stesso un po’ di paura che qualcosa possa andare storto e comportare brutte figure davanti al mondo intero. In questo periodo, già ora e ancor di più quando inizieranno i mondiali, gli occhi di tutto il mondo siano puntati sul nostro paese – spiega May, che da buon conoscitore del territorio che gli ha dato i natali, mette in evidenza i “pro” e i “contro” – Un mondiale può portare benefici e soldi, così tutto il Sudafrica ha lavorato sodo, con investimenti importanti, non solo sulle strutture sportive ma anche e soprattutto su quelle alberghiere e i Bed & Breakfast nelle case di diversi privati. Qualche rischio di ordine pubblico c’è e in alcune zone non è consigliabile andare in giro soli, ma anche in diverse città italiane è così. Gli stadi invece sono belli e già abituati ad ospitare già tanti tifosi con rugby (laggiù è ben più seguito rispetto all’Italia ndr). Io stesso vorrei andare, ma il viaggio ha un costo elevato, così guarderò le partite in tv con la mia famiglia».

Da buon sudafricano Riian Mey ovviamente tiferà per il proprio paese, ma anche un po’ per quello adottivo. «I miei figli hanno 7 e 8 anni e sono nati qui, io stesso vivo in Italia da 10 anni quindi a casa mia si tiferà anche Italia – sperando, aggiunge Mey, in una bella figura dei “Bafana Bafana” (il soprannome della nazionale sudafricana ndr) – Il primo obiettivo è superare il primo turno e ce la possiamo fare, grazie al tifo del pubblico di casa. Per gli avversari non sarà facile giocare sotto il chiasso provocato da 20mila spettatori che suonano la vuvuzela (la chiassosa trombetta sudafricana ndr). La vittoria finale? Il calcio africano è cresciuto, ma sarà dura, anche per squadroni come la Costa d’Avorio. Spero nell’Italia, ma le mie favorite sono Inghilterra e Spagna».
Chi andrà in Sudafrica dovrà adattarsi allo stile di vita locale, in primis al cibo e al clima, ma Mey tranquillizza gli interessati: «Il cibo è ottimo, in particolare la carne grigliata, di antilope e bovino, mentre da bere abbiamo ottima birra e vino di eccellente qualità. Ai turisti consiglio di visitare Durban. C’è di tutto: mare, montagna e deserto». I tifosi-turisti non resteranno dunque delusi secondo l’allenatore del Gran: «Nessun dubbio sul calcio giocato, mentre riguardo organizzazione e trasporti c’è qualche limite, quindi servirà uno spirito “avventuriero”. Ma ci teniamo a dimostrare che non siamo il “terzo mondo”, in primis Nelson Mandela: se ospitiamo la rassegna gran merito è suo e la sua presenza si farà sentire. Ne sono certo: sarà un grande spettacolo!».

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