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di gaudio parma

Parma Calcio

IL COMMENTO: delusione e consapevolezza, il Parma cade in piedi

IL COMMENTO: delusione e consapevolezza, il Parma cade in piedi

A Frosinone riaffiorano vecchi problemi. Una sconfitta (2-1) che non è una sentenza, perché la stagione è lunghissima, fatto sta che il Parma interrompe la striscia di tre vittorie di fila che l’aveva catapultata al secondo posto in classifica. Un verdetto duro da masticare, perché alla fine prevale l’amaro in bocca, per una partita decisa da due episodi (la papera di Frattali e la magia su punizione di Ciano) e da una reazione tardiva. Più che la reazione, il vero problema del pomeriggio è stato l’approccio alla gara, timido e passivo, troppo sulla difensiva, con 9 uomini dietro la linea della palla. Un atteggiamento diverso da quello visto a Perugia, ma pur sempre sbagliato. I numeri della gara dicono tutto: primo tempo del Frosinone, ripresa crociata. Il possesso palla, però, è della squadra di D’Aversa (23’ a 19’), che per la terza volta consecutiva ha riproposto lo stesso undici di partenza. Una scelta che forse ha reso prevedibile la fase offensiva dei gialloblù, incapaci per tutto il primo tempo di affacciarsi dalle parti di Bardi. Il Frosinone ha avuto il predomino delle fasce, ha pressato alto, impedendo ai crociati di ragionare palla a terra. Insigne e Di Gaudio mai pungenti, Calaiò “affogato” tra i tre difensori centrali avversari.

Difficoltà che nella ripresa, complice anche l’infortunio di Sammarco al 33’ pt e l’autogol fortunoso di Maiello (l’autore dell’1-0, anch’esso rocambolesco), sono scomparse nel nulla. La partita ha cambiato volto, il Parma si è riversato nella metà campo avversaria, sulle fasce si sono riviste le “famose” sovrapposizioni dei terzini, e gli esterni hanno cominciato a carburare e trovare il fondo, tranne uno spento Di Gaudio che dopo qualche dribbling fallimentare (e niente più) è stato sostituto con Baraye. Il Parma è cresciuto quando lo ha fatto anche Insigne; cioè quando l’ex Napoli ha capito che doveva accentrarsi di più e giocare tra le linee. D’Aversa ha cercato di mescolare le carte due volte, dal 4-3-3 iniziale al 3-4-3 al 4-4-2 finale. Niente. Anche perché gli ingressi di Baraye, Dezi e Siligardi non hanno influito in nessun modo.

Vince il Frosinone, al Parma resta un pugno di mosche e la consapevolezza che non c’è differenza con quella che da molti è considerata come la favorita numero uno alla vittoria del campionato. Da oggi capolista solitaria del campionato. Un’amara considerazione, ma è il punto da cui ripartire, perché a parte i due gol e un paio di parate di Frattali, le due squadre hanno giocato alla pari.

Il post scriptum è per capitan Lucarelli: anche oggi tra i migliori in campo. In difesa le ha prese tutte. Siamo sicuri che uno così debba chiudere la carriera a fine stagione?

 

 

(Nella foto un’azione di Di Gaudio – Foto Parma Calcio 1913)

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