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Parma Calcio

IL COMMENTO: con le unghie e con i denti, il Parma è in finale. Ma in piena emergenza

IL COMMENTO: con le unghie e con i denti, il Parma è in finale. Ma in piena emergenza

Una serata di passione e sofferenza, culminata con il rigore di Lucarelli (il sesto della serie), dopo 120 minuti interminabili. Il Parma è in finale. Il sogno serie B dista solo 90 minuti (domani conosceremo l’avversario: Alessandria o Reggiana). Una felicità incontenibile, stampata sui volti di tutti i giocatori crociati, fradici di sudore, e su quelli dei 1500 tifosi giunti a Firenze con ogni mezzo, che al gol del capitano hanno esultato come se avessero vinto una finale di Champions League. Un urlo liberatorio che cancella in parte le difficoltà di questa semifinale, perché dopo il gol del vantaggio di Scaglia, il Parma ha iniziato lentamente ad arretrare, a correre rischi su rischi, fino al pareggio di Marchi. Un gol che ha cambiato radicalmente il volto della gara (anche a causa delle sostituzioni di Tedino e al cambio di modulo, dal 3-4-2-1 al 4-3-3), con il Pordenone che aveva più benzina in corpo e che ha preso in mano le redini dell’incontro, confermando un’ottima organizzazione tattica e copertura del campo. I friulani hanno protestato in modo vibrante per due rigori non concessi e per un paio di altri situazioni che a loro dire hanno influito sull’esito finale della partita.

Polemiche che lasciano il tempo che trovano, ma è vero che il Parma, nei 90 minuti regolamentari, ha fatto poco per meritare di vincere. Il pareggio, dunque, è sacrosanto; se vogliamo, condito da una buona spruzzata di fortuna. Poi la lotteria dei rigori che ha premiato l’esperienza, la storia e la freddezza del Parma e di Lucarelli.
In vista della finale di sabato (ore 18), sempre a Firenze, D’Aversa non potrà contare su Corapi e Scaglia (entrambi ammoniti, erano diffidati): due conseguenze negative della battaglia di questa sera, dove i crociati, anche a causa del caldo, hanno evidenziato un calo fisico preoccupante. D’Aversa l’ha definito un calo mentale (“Abbiamo lucrato sul vantaggio“) e forse è l’analisi più giusta, perché dopo l’1-0 Di Cesare e compagni hanno dato la sensazione di accontentarsi, di gestire l’esiguo vantaggio, accettando di lasciare il possesso palla all’avversario, anche per l’incapacità di sfruttare le ripartenze. Frattali ha compiuto un paio di prodezze, soprattutto sullo scatenato Cattaneo (e su Pietribiasi), il più pericoloso del Pordenone. Tomei, invece, di parate importanti ne ne ha dovute fare. Forse D’Aversa avrebbe dovuto gestire diversamente i cambi, ma è anche vero che le prime due sostituzioni (Scozzarella e Mazzocchi) sono state forzate da altrettanti infortunii. Quindi, le soluzioni a disposizione erano ridotte all’osso.

E’ il bello e il brutto di una partita secca, dove tutto è racchiuso in 120 minuti più i calci di rigore. Gli episodi fanno da padrone e le differenze tecniche fanno fatica ad emergere.
Considerazioni che volano via, trasportate dal vento, fino ad arrivare in cielo. Il Parma è ad un passo dal ritorno in B, una finale con la Reggiana sarebbe la storia di un romanzo incredibile, ma per saperlo dovremo aspettare domani. Il calcio non finisce mai di stupire e ribaltare ogni logica.
Ora ci sono 4 giorni per recuperare le energie (quelle poche rimaste) e inventarsi qualcosa per sopperire alle assenze di Corapi, Scaglia e forse anche Scozzarella (problema ad una caviglia) e Mazzocchi (problema muscolare).

 

 

(FOTO LORENZO CATTANI)

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