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Parma Calcio

Date e ipotesi, un mese dopo nulla è cambiato

Date e ipotesi, un mese dopo nulla è cambiato

E’ passato un mese e un giorno dall’ultima partita del Parma, la sconfitta interna contro la Spal (0-1), dentro un Tardini deserto e surreale. Era l’8 marzo, un giorno da extraterrestri. Da allora il coronavirus ha allungato i suoi tentacoli mortali e ha portato al blocco totale. Sul mondo del calcio, però, non è calato il silenzio, anzi, anche perché è una delle principali industrie del Paese sebbene in costante sofferenza economica, con molti bilanci – la maggior parte – in rosso.
Un mese dopo Parma-Spal è successo tutto e niente: i primi casi di Covid-19 tra i giocatori, gli Europei rinviati di un anno, la Uefa che congela Champions e Europa League, il dubbio amletico sul fermare tutto o riprendere in estate, i bilanci (e i debiti) da salvaguardare, i contratti da modificare, gli stipendi da tagliare (ad oggi lo ha fatto solo la Juve), le minacce di ricorsi in tribunale (prima di conoscere il verdetto), le liti tra Assocalciatori e Lega serie A, i piani inutili di Lotito, le parole del ministro Spadafora e le autocertificazioni da ristampare.
Tutto e niente, appunto. Il risultato non cambia: il calcio è fermo, date certe (ufficiali) non ce ne sono. Si naviga a vista, il 4 maggio potrebbe esserci il via libera alla ripresa degli allenamenti. Forse. Intanto la crisi avanza e oltre alla serie A, che ha comunque le spalle larghe, c’è da tutelare l’intero sistema sportivo nazionale e locale. Atti concreti, non parole.

 

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