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Parma Calcio

Il futuro del Tardini tra ricorsi, commissari e petizioni

Il futuro del Tardini tra ricorsi, commissari e petizioni

La battaglia sul futuro dello stadio Tardini continua inarrestabile. Una storia ingarbugliata, come sempre, e piena di carte bollate e proclami. In attesa che la Conferenza di Servizi, convocata nei giorni scorsi dal Comune di Parma (leggi qui), faccia il suo percorso e emetta la sua “sentenza” sul progetto definitivo presentato dal Parma Calcio il 19 settembre scorso. Sullo sfondo la Legge Stadi, nata per semplificare e facilitare il percorso progettuale degli investitori privati ma che, in realtà, si sta dimostrando meno efficace di quanto auspicavano politici e presidenti di club. 

La conferma arriva dalle notizie delle ultime ore: il Ministero della Cultura ha respinto il ricorso presentato dal patron americano Kyle Krause contro il “vincolo di interesse culturale” relativo all’ingresso monumentale dello stadio Tardini e ai due edifici adiacenti, oltre agli attuali spazi liberi attorno all’impianto sportivo (all’interno dell’area dello stadio) che in teoria non potranno essere cementificati per la creazione di immobili destinati ad uso commerciale (parcheggio sotterraneo compreso) come invece previsto dal progetto dello studio Zoppini Architetti (leggi qui). 

Intanto in giornata, sull’argomento stadi è intervenuto il Ministro per lo Sport Andrea Abodi, il quale ha lanciato una nuova proposta per provare a dare un’accelerata al Tardini e agli altri stadi in fase di gestazione: la nomina di un commissario di Governo per la questione stadi “per dare una svolta ad una situazione che sta ormai diventando una vera e propria emergenza e che giustifica misure straordinarie”.

Sull’argomento è intervenuto il presidente della Lega di Serie B Mauro Balata: “Gli impianti sportivi dedicati al calcio in Italia sono troppo pochi, obsoleti, spesso non adatti al tipo di competizioni che vi si svolgono e non adeguati né agli standard internazionali di Uefa e Fifa né alle esigenze di una logica moderna di partecipazione agli eventi. Un impianto di qualità – prosegue Balata – significa quindi soddisfare le moderne esigenze degli spettatori, ma anche riqualificare luoghi talvolta degradati o comunque obsoleti, creare un volano economico importante e infine compiere un passo verso la sostenibilità finanziaria che auspichiamo per i club di calcio”.

A fare da contraltare a queste dichiarazioni ci sono le intenzioni “bellicose” degli antagonisti, cioè il Comitato Tardini Sostenibile, il quale, insieme agli altri gruppi di cittadini nati nelle altre città coinvolte come Roma e Milano, ha lanciato una petizione online su change.org per abolire la legge stadi: “I Comitati cittadini di Milano, Parma e Roma hanno unito le forze per opporsi alla realizzazione di interventi edilizi, pure diversi, che, tuttavia, comporterebbero analoghi, incredibili, impatti in termini di consumo di suolo, carico urbanistico, emissioni inquinanti e climalteranti. E dietro cui c’è un’unica legge, la cd. Legge Stadi (dalla legge di stabilità n° 147/2013, alla legge n° 96/2017, di conversione del D.L. n° 50/2017, fino al d.lgs. 28/02/2021 n. 38 e aggiornamento d.lgs. n. 120 del 29 agosto 2023), per cui il rifacimento degli impianti sportivi è solo il pretesto per nuove speculazioni immobiliari” scrivono i Comitati.

Come è facile intuire, il futuro dello stadio Tardini è ancora tutto da scrivere.

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