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La rivolta dei piccoli club contro la Superlega

La rivolta dei piccoli club contro la Superlega

Piccoli contro grandi, ma anche grandi contro grandi. E’ la sfida della Superlega europea sostenuta dai principali club del continente che dal 2027 vorrebbero disputare un campionato internazionale (Superlega) riservato solo a pochi club e allo stesso tempo spartirsi buona parte della torta di diritti tv.
Se ne è parlato ieri a Milano durante l’assemblea della Lega serie A che ha illustrato le novità per il periodo 2024-27. Novità che tengono conto anche della possibilità che nei prossimi anni nasca la Superlega (riservata solo ai grandi club), con il presidente della Juventus Andrea Agnelli tra i principali sostenitori. Si parla di riduzione del numero di partite nei campionati nazionali, soste lunghe, leghe regionali, ecc. Una rivoluzione che, ovviamente, non convince i club minori e allo stesso tempo migliaia di tifosi, perché il rischio è che il calcio venga snaturato, svuotato dei suoi principi storici, tutto a favore del “dio denaro”. Più soldi ma solo per pochi.
Il Parma, come la maggior parte delle altre società italiane che hanno partecipato all’assemblea di ieri, hanno esternato la propria contrarietà. L’idea sostenuta da Angelli rischia di creare un circolo vizioso attorno a pochi club, escludendo e impoverendo tutti gli altri.
“Per il ciclo 2024-27 i week end saranno ancora dedicati ai campionati nazionali. Per il resto c’è un progetto definito, a parte dei dettagli, con un sistema di competizioni europee collegate: una Champions a 32 squadre, una seconda competizione a 32 e una terza a 64, con promozioni e retrocessioni all’interno delle Coppe” ha spiegato Luca De Siervo, ad della Lega serie A.

 

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