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Parma Calcio

Un Parma indecifrabile e disilluso

Un Parma indecifrabile e disilluso

Indecifrabile e disilluso. Non sono rimasti molti altri aggettivi per riassumere le 29 giornate di serie B disputate dal Parma, compreso l’1-1 di ieri contro il il Cittadella in 10 uomini.

Il Parma è una squadra che non decolla mai, che non cambia passo e resta intrappolata nei suoi soliti e contorti limiti, caratteriali e pure tecnico-tattici, perché una buona parte delle prestazioni dei crociati sembrano essere state prodotte con lo stampino. Gli stessi errori, gli stessi problemi, le stesse occasioni mancate.
Appena si intravede la luce in fondo al tunnel, torna il blackout. Tutto da rifare. Tutto azzerato. Una strana sindrome che ha colpito gente del calibro di Simy e Tutino, due che la serie B l’hanno vinta da protagonisti, facendo la differenza, spaccando in due le porte avversarie a suon di gol.

La classifica parla chiaro e non ammette alibi, compresi gli infortuni, su cui la società deve trovare una soluzione (sarebbe ora), perché il problema è di lungo corso. Il Parma staziona da inizio campionato nella parte medio bassa della classifica. Senza sussurri. Senza fiammate. Un andamento lento, in tutti i sensi, anche dentro il campo, perché il Parma di Maresca prima e Iachini dopo, viaggia a velocità inferiori rispetto alle avversarie, e se Vazquez non è in giornata il motore si inceppa del tutto.
A proposito: martedì a Vicenza El Mudo non ci sarà (squalificato), assenza pesante, così come è stato pesante digerire che un giocatore del suo spessore e della sua personalità, (idem Pandev), decida di affidare il peso di un rigore così fondamentale, come quello contro il Cittadella (al 96′), al 24enne Brunetta. Le lacrime dell’argentino sono sincere: tutto, ma proprio tutto, gira male. Chiamiamola sfortuna, anche se c’è di più oltre la malasorte.

Il pareggio di ieri con il Cittadella dovrebbe far arrossire i vertici societari, considerando il divario di 30 milioni nel monte ingaggi tra le due squadre. Non è populismo: è calcio reale. E’ verità. Quelle verità che neanche Beppe Iachini sembra aver trovato dopo 4 mesi di lavoro, ingabbiato anche lui nell’idea estiva di un calcio offensivo,  fatto di possesso palla e dominio del campo, quando invece la serie B attuale richiede tutt’altre caratteristiche. E per fortuna che ci sono i millennials, altrimenti anche questa stagione sarebbe da cancellare.

Parlare ancora di playoff è un’illusione senza fondamento, sebbene la matematica tenga ancora la fiammella accesa. Tuttavia, 4 vittorie al Tardini in tutta la stagione sono un disincentivo a qualsiasi fantasia. Avanti il prossimo: martedì si va a Vicenza, terz’ultima in classifica.

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