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Il Gede Risponde

IL GEDE: «Entusiasmo Parma, può crescere ancora. Vi racconto un aneddoto su Ancelotti…»

IL GEDE: «Entusiasmo Parma, può crescere ancora. Vi racconto un aneddoto su Ancelotti…»

Come ogni lunedì su Sportparma torna l’appuntamento con “Il Gede risponde”, l’analisi e il commento sulla serie A firmata dall’ex tecnico del Parma Pietro “Gedeone” Carmignani. C’è anche spazio per i ricordi e per un aneddoto sul mancato ritorno di Ancelotti sulla panchina crociata nel 2001.

La vittoria del Parma sul Cagliari è un capolavoro tattico di D’Aversa?
“Ecco cosa vuol dire vincere a Milano contro l’Inter, ti dà grande entusiasmo, autostima e fiducia. E’ evidente che il bel lavoro fatto in allenamento da D’Aversa e il suo staff viene portato in partita e dà i suoi frutti. All’inizio la partita sembrava più in mano al Cagliari, ma era una tattica voluta dal Parma per far salire l’avversario e colpirlo in contropiede. Ho visto un Parma concreto, con le verticalizzazioni arrivava con facilità alla conclusione. Ottima organizzazione e condizione fisica, che fa pensare a ottimi margini di miglioramento”.

Ci sono margini di miglioramento e dove si può arrivare?
“E’ prematuro parlarne, ma giocando così il Parma allargare i suoi obiettivi. Ma spettiamo un mesetto prima di parlare di questo argomento. Intanto godiamoci Gervinho: l’ivoriano ha fatto cose eccellenti durante tutta la partita col Cagliari, il gol è stato l’apoteosi. E’ un giocatore sempre pericoloso. Ha la testa giusta, bene allenato, si è subito inserito. Merito di tutti, allenatore e società”.

Ora il Napoli… Due squadre in forte ripresa, che partita sarà?
“Sabato il Napoli gioca con la Juve, ma prima deve pensare al Parma. E’ pacifico che la gente partenopea sia già proiettata a Torino e il Parma potrebbe approfittarne. Ancelotti, però, è un allenatore navigato che sa come motivare la sua squadra. Lui diceva sempre che le partite difficili erano quelle contro le squadre di bassa classifica. A Napoli parlano di 4-4-2, ma contro il Torino a me è sembrato un 4-2-4. Questi sono numeri che piacciono ai giornalisti e ai tifosi, ma un bravo allenatore sa trasformare la squadra a seconda delle situazioni e in questo Ancelotti è uno dei più bravi. Il Napoli ha vinto a Torino con la semplicità della grande squadra. Subito concentrata e aggressiva. Ha asfissiato gli avversari. E’ un Napoli trasformista. E’ un gioco diverso a quello di Sarri, ma per adesso resta l’anti Juve”.

Lei e Ancelotti vi conoscete da tanto tempo. Ci racconta un aneddoto?
Prendo il posto di Ulivieri, preparo la partita col Perugia; il presidente Tanzi aveva già contattato Carlo per tornare e c’era un accordo di massima, tant’è che alla vigilia di quella partita Ancelotti mi chiamò al telefono e mi motivò a battere il Perugia, così ad inizio settimana avrebbe cominciato a lavorare in un clima più sereno. Vinciamo a Perugia 2-1, la prima vittoria dopo 8 pareggi di fila. Nel viaggio di ritorno ricevo numerose chiamate ma non quella di Ancelotti. Sapete perché? Aveva firmato con il Milan. Alla ripresa degli allenamenti Stefano Tanzi mi disse di aver ingaggiato Passerella. Con Ancelotti è sempre mancata la seconda telefonata (ride ndr.): voleva portarmi al Chelsea, alla Juve… ma non si è mai fatto niente”.

C’è qualcuno che può fermare la Juventus?
“La notizia non è l’ennesima vittoria della Juve, ma il Frosinone che è riuscito a resistere fino all’85’. L’ingresso di Bernardeschi ha cambiato la partita”.

Al terzo posto in classifica ci sono due belle sorprese, Fiorentina e Sassuolo. Sorpreso?
“Il Sassuolo ha una società preparata alle spalle, poi ha un bravo allenatore con un filosofia di gioco che evidentemente più si avvicina alle idee della proprietà. Una squadra sempre propositiva, può migliorare ancora. Empoli penalizzata dall’inferiorità numerica.
La Fiorentina è una squadra giovane, che cresce, che ha ottime automatismi, duttile. Segno evidente dell’ottimo lavoro di Pioli”.

Dopo il Parma l’Inter ha ripreso a correre e a vincere…
“Ha ottenuto due vittorie che danno grande fiducia, frutto di volontà ma anche casualità; successi nati da episodi individuali e non da gioco continuo. L’Inter non demorde mai, lotta sempre fino alla fine e questo è un grande merito.Una squadra diversa rispetto alla gara col Parma, sempre dentro la partita. In crescita. Sampdoria stanca fisicamente nella ripresa; ha avuto un giorno in meno per recuperare. Questo non è giusto”.

Milan e Roma, si può parlare di crisi?
“Non lo so, ma il momento è difficile. Al Milan manca sempre qualcosa, a volte il primo tempo, a volte il secondo, a volte la difesa è un po’ ballerina,. La verità è che le prestazioni non sono continue. Ieri ottimo primo contro l’Atalanta, con movimento, possesso e conclusioni; poi nella ripresa è venuta meno la continuità, anche se i cambi dell’Atalanta hanno influito. Partita in bilico fino alla fine. Queste prestazioni incomplete non aiutano il Milan a crescere.
La Roma è sprofondata sia nel risultato che nella prestazione. Ora si apre la contestazione. Campagna acquisti non convincente, ma ci sono anche dei problemi tattici, perché Di Francesco deve ancora trovare la soluzione migliore. Purtroppo basta poco per mandare un allenatore sulla graticola. Il calcio di oggi vuole tutto e subito”.

La Lazio sta venendo fuori alla grande. Può ripetere l’ultima stagione?
“La Lazio sta venendo fuori molto bene e sta facendo ricredere un po’ tutti. Contro il Genoa grandi segnali di crescita, sono convinto che possa tornare ai livelli dello scorso anno quando ha perso la Champions negli ultimi minuti del campionato. Ottimo lavoro di Inzaghi, per lui è un’importante conferma”.

 

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