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Il Gede Risponde

IL GEDE: «Un Parma inspiegabile»

IL GEDE: «Un Parma inspiegabile»

Puntuale come ogni lunedì torna su Sportparma la rubrica “Il Gede risponde”. Le domande della nostra redazione e dei nostri lettori, e le risposte di mister Pietro Gedeone Carmignani per analizzare e capire meglio l’ultima giornata di serie A, la settima.

Come si può giustificare la brutta prestazione del Parma nel derby di Ferrara?
“Una partita che non ti aspetti. Prestazione negativa, può capitare perdere, ma con una prestazione diversa. Le prospettive erano diverse, il Parma era in salute e la Spal in crisi di risultati. E invece in campo le cose si sono ribaltate. Il Parma ha giocato a ritmi blandi e con scarsa concentrazione. Grande determinazione della Spal. Il gioco è stato in mano ai ferraresi dall’inizio alla fine, non a caso Sepe è stato il migliore del Parma. Quello che è successo è inspiegabile”.

Una problema di testa o anche di tattica?
“Un Parma che ci ha capito poco, ha sempre faticato a costruire gioco e occasioni da gol. E non è sufficiente giustificare il tutto con la prova opaca di Kulusevski, perché tutta la squadra è venuta meno. Il Parma non c’era mentalmente, tatticamente è la stessa squadra che ha battuto Sassuolo e Torino. Nei grandi club non succede, ai piccoli club invece può succedere che dopo 2 vittorie ci sia un calo di tensione. Ma a Ferrara non c’è stata la prestazione e la Spal è stata superiore in tutto, questo è il punto”.

Quanto ha influito la marcatura rigida su Gervinho?
“Non è questione di un giocatore ma di tutta la squadra. Sarebbe troppo facile: prepari una gabbia per Gervinho e vinci le partite. E’ bene che il Parma si ricordi bene cosa significhi non giocare al massimo delle determinazione, perché in questo modo non puoi mai vincere ma neanche pareggiare. Ora la sosta sarà utili ad analizzare questa sconfitta”.

Il derby D’Italia ci ha detto che c’è ancora molta differenza tra Juventus e Inter?
“E’ stato un derby che la gente si aspettava in modo diverso, perché in molti pensavano che l’Inter fosse in uno stato di grazia e la Juve ancora non al top. E invece fin dall’inizio i bianconeri hanno avuto un atteggiamento e un gioco superiori. Già nel primo tempo è andata più volte vicina al gol, vedi la traversa di Ronaldo e il gol annullato. Centimetri. Giusto così, ma in passato non ci saremmo accorti di quel fuorigioco.
Inter incerta, che usciva dalla difesa con grande difficoltà. Il momento migliore l’Inter lo ha avuto quando la Juve si è schierata con i 3 attaccanti. Dybala e Ronaldo gran calcio. C’è da dire che l’Inter ha sempre cercato di ripartire, ha combattuto, però la Juve ha fatto di più e meglio. Partita bella, forse l’Inter ha accusato l’importanza della gara. La panchina della Juve è migliore dell’Inter e questo è un altro aspetto di cui tenere in considerazione. Conte ha detto nel post gara che sono ancora lontani dalla Juve, cosa doveva dire? Sinceramente tanta differenza non me lo aspettavo. Juventus arrembante. Questo capita alle grandi squadre che quando ci sono le gare che contano tirano fuori tutto. In Italia è un decennio che la Juve non sbaglia questo tipo di partite”.

Il Milan vince ma forse non serve a salvare la panchina di Giampaolo. Perchè?
“Purtroppo è un Milan che non gioca come vorrebbe il suo allenatore. Non è che i giocatori lo fanno apposta, probabilmente non lo sanno fare. Primo tempo sconcertante per un tifoso del Milan, fuori dalla partita, giocatori timorosi, facevano il minimo, senza tentare niente. Di fronte avevano un Genoa senza Criscito ma in campo i giocatori sapevano sempre cosa fare. Andreazzoli ha preparato bene la partita, Giampaolo anche, ma evidentemente non è riuscito ad attuare le sue idee. Inaspettata l’esclusione di Leao dall’inizio. Quando è entrato, insieme a Paquetà, il Milan ha cambiato atteggiamento e ha ribaltato la partita. In 11 contro 10 il Milan poi non ha saputo gestire la gara. La squadra vive di spunti individuali e di poca organizzazione di squadra. Non sa gestire la partita e commette errori gravi come l’espulsione di Calabria. Il rigore parato da Reina, invece, è una favola, una rivincita dopo la beffa sul primo gol. Esonero? I tanti problemi che il Milan ti fanno pensare…”.

E al Napoli cosa succede?
“L’impressione è che il Napoli stia frenando,l’ho visto incerto, anche se vincere in casa del Toro non è mai facile. Per tenere il ritmo delle prime deve avere un altro passo. C’è chi dice che si analizzano troppo i dati di rendimento dei singoli giocatori per fare la formazione, ma non credo che sia il problema di Ancelotti. Bisogna fare di più. Il Napoli ha creato qualcosa di più, ma non basta, è mancato in attacco. I problemi con Insigne ci saranno, ma non da giustificare l’attuale situazione. Ha una rosa di qualità e deve fare di più”.

La Roma non conosce la parola continuità…
“La partita è stata equilibrata per lunghi tratti. E’ vero che nel finale la Roma ha preso la gara in mano, ha creato tanto ma ha trovato sulla sua strada l’ex Olsen. Merito al Cagliari che si è opposto con la consueta fisicità e ha portato a casa un punto pesante”.

Bologna-Lazio nel segno di Mihajlovic?
“Partita bella e spettacolare tra due squadre sempre propositive e mai conservative. Ovazione per Mhajlovic da entrambe le tifoserie. Un grande pomeriggio di sport e emozioni”.

Perché l’Atalanta vola in campionato e in Champions fa molta fatica?
“L’Atalanta è la terza incomoda, mentre la Lazio sta deludendo, però è ancora presto per dirlo. Nel nuovo stadio l’Atalanta ha regalato gol e un calcio d’attacco, dominando dall’inizio alla fine un Lecce in difficoltà. In Champions non riesce a esprimersi, strano. Ha pagato lo scotto iniziale di una competizione importante che dà forti emozioni, deve imparare ad affrontare certe partite, ma le prime due sconfitte serviranno da lezione”.

Anche la panchina di Di Francesco (Samp) è a serio rischio esonero…
“Il Verona ha sempre creduto nella vittoria, mentre ho visto una Sampdoria che in campo non sapeva cosa fare. Situazione difficile, mancanza di attenzione, due calci da fermo e due gol. Il Verona c’è, sa rialzarsi dopo le sconfitte. Di Francesco è sulla graticola perché in questo momento la Samp non c’è”.

Quanto mancherà Giorgio Squinzi al calcio italiano?
“E’ morto un grande personaggio del calcio, una persona che ha fatto bene al calcio e che mancherà. Perché al di là della sua fede calcistica era una persona importante che lavorava bene nel calcio. Ce ne vorrebbero un po’ di persone così”.

 

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