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Anche l'Italbaseball entra nella storia

Anche l'Italbaseball entra nella storia

Prima medaglia internazionale al di fuori dell'Europeo. Alla Coppa Intercontinentale gli azzurri, 95% espressione dell'Ibl, sono di bronzo. La prossima scommessa un traguardo simile con più giocatori "d'Accademia".

Alla storia, così come al cuore, non si comanda e dunque gongoliamo, un po’ a sorpresa diciamola tutta, per un’Italia che conquista il primo storico podio in una competizione internazionale che non sia l’Europeo. Bravi. L’Intercontinentale n.17 non ha portato bene ai padroni di casa di Taiwan, sconfitti dagli azzurri (4-3) proprio nella gara che assegnava il terzo posto. In campo, a giocare per uno storico traguardo 8 giocatori su 13 che si erano contesi il tricolore: un messaggio chiaro. Tra loro spiccano due nomi: l’inossidabile Jairo Ramos Gizzi che alle viste degli “anta” ha chiuso a 2/5 con 2pbc e Marco Grifantini che entrato già al secondo inning è risultato il pitcher vincente (4.1rl, 0p, 4bv, 2bb, 5so). Oltre al miglior rilievo dell’Ibl, i giocatori del Cariparma scesi in campo sono stati Zileri, Sambucci e Cicatello.
Era un’Intercontinentale a scartamento ridotto (Thailandia, Repubblica Ceca e Hong Kong col baseball c’entrano fino ad un certo punto anche se va riconosciuta ai cechi una crescita importante specie a livello giovanile, e con squadre al top, a parte Cuba e Olanda che si contendono l’oro, non con il meglio) e tra questa ed il Mondiale una delle due competizioni, decisamente la seconda, andrebbe abolita. Giusto che anche chi non è tra i Pro possa misurarsi in campo internazionale e portare finalmente il WBC ad essere il naturale erede del Mondiale.
Nessun fraintendimento: non si vuol sminuire il bronzo dell’Italia, anzi. Anche gli azzurri non avevano i loro “paisà d’Oltreoceano” (e il bomber Liddi) e tutto considerato questa medaglia ha un bel peso perché “a parità di non-Pro” Corea e Taiwan sono sempre squadre di tutto rispetto alle quali spesso e volentieri dobbiamo cedere il passo, ma ogni tanto la nostra zampata la mettiamo e farsi di fila lo scalpo di Corea, Giappone e Taiwan non è proprio semplice; e conquistarla con “l’Ibl” dà una certa soddisfazione.
Certo, è un successo che è espressione del nostro campionato e non del tutto del nostro movimento, come accaduto anche in passato e come probabilmente sarà così anche in futuro. Nessuna “diatriba” ma pura constatazione e a fronte dei vari Granato, Infante, Ramos Gizzi, Chapelli, Cillo, Grifantini (contentissimi ed orgogliosi che si senta italiano al 100%), Cicatello, nella finalina siamo contenti di annoverare, “in inferiorità numerica”, Maestri, Zileri, Sambucci, Vaglio ed Angrisano (perché sarà anche argentino di nascita ma va considerato più alla stregua di costoro che di Chapelli) che sono cresciuti a pane e baseball italiano. Resta il fatto che comunque gli “extraitaliani” si sono fatti le ossa anche in Ibl che non sarà un “campionatone” ma un suo perché ce l’ha.
L’augurio è che questo storico traguardo possa portare nuova linfa ed ulteriori stimoli al movimento italiano per avere, nel prossimo futuro, un’Italia maggiormente “accademica” che possa conquistare gli stessi traguardi. Questione, se permettete, di ulteriore puro e semplice orgoglio nazionale.

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