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IL PROTAGONISTA – Tripletta in dodici minuti: intervista ad Adorni, il re Mida del Sivizzano

IL PROTAGONISTA – Tripletta in dodici minuti: intervista ad Adorni, il re Mida del Sivizzano

Per il nostro appuntamento con la rubrica Il protagonista abbiamo intervistato l’attaccante del Sivizzano (squadra di Seconda Categoria, girone C) Tommaso Adorni. Classe 1997, nell’ultima domenica di campionato Adorni si è messo in bella mostra con una indimenticabile tripletta, la prima della sua fin qui giovane carriera tra i grandi. Come nella leggenda del mitico re Mida – che trasformava in oro tutto quel che toccava -, il nostro protagonista ha capitalizzato al massimo l’occasione avuta: tre gol realizzati in meno di un quarto d’ora (arrivati per l’esattezza tra il 30′ e il 42′ della ripresa), che hanno dato al club giallonero la possibilità di rimontare il Ghiare, in vantaggio per 3 a 1. Tripletta vanificata proprio in extremis quando la squadra della Val Parma è riuscita a trovare un insperato e clamoroso 4-4. Ma la copertina, almeno per questa settimana, è tutta per il giovane fornovese Adorni, vero e proprio man of the match nei soli trentacinque minuti giocati.

Parliamo subito della tua tripletta di domenica. Ti sei portato a casa il pallone, come da tradizione?
«Sul primo gol Danilo Rossi mi ha appoggiato il pallone al limite dell’area e con un tiro di prima ho sorpreso il portiere avversario. In occasione del secondo ho risolto una mischia dopo una punizione. In occasione del terzo gol, quando ho visto il cross dalla destra del mio compagno Echenfouri, ho tagliato sul primo palo, anticipando il difensore, e di destro – che non è il mio piede – ho sono riuscito ad angolarla sul secondo palo… Ho toccato solo tre palloni, devo ancora spiegarmi come ho fatto a buttarli dentro. Però, no, il pallone a fine gara non me l’hanno lasciato: in queste categorie è merce rara (ride, ndr)…».

Tre gol segnati in meno di 12 minuti, che sono serviti al tuo Sivizzano a recuperare una partita che ormai sembrava persa. Per altro in casa del capolista Ghiare.
«Fino a quel momento si può dire che stessimo un po’ giochicchiando; poi nelle ripresa, con il cambio modulo, abbiamo avuto un’altra marcia. E i gol sono stati anche una conseguenza. Sono entrato, come al solito, per dare il 100% e per dare un contributo ai mi compagni. Non credevo che sarei riuscito a cambiare così tanto la partita; sinceramente non mi passava neanche per la testa di farne tre in un quarto d’ora. Non me l’aspettavo proprio»

Non si vede tutti i giorni che un ragazzo non ancora ventenne realizzi, nel calcio dei “grandi”, una tripletta, subentrando dalla panchina. Che sensazioni hai provato e cosa ti hanno detto nello spogliatoio i compagni.
«Sorpreso, contento, ma allo stesso tempo dispiaciuto che questa tripletta non sia bastata per la vittoria. I compagni, come sempre, erano tutti felici per me e mi hanno fatto tanti complimenti. Soprattuto il “Canto”, il nostro dirgente Andrea Cantoni: lui era pazzo di gioia. Ci conosciamo da quando ero piccolo, ha sempre creduto in me».

Passando al campionato, il girone C di Seconda Categoria quest’anno sembra più equilibrato del solito. Sia in testa che in coda. Qual è la tua favorita per la promozione? E dove può arrivare il Sivizzano?
«La favorita probabilmente il Ghiare, è la squadra più compatta che abbiamo affrontato e ha diverse individualità importanti. Anche se domenica ci attende la partita contro il Vicofertile (allenato dall’ex Lorenzo Ragionieri, che ha salutato la squadra lo scorso maggio, ndr). Il campionato è molto livellato: non ci sarà una squadra che potrà ammazzare il campionato, mentre in zona salvezza la quota da raggiungere come sempre sarà intorno ai 30. Non ci sarà troppa differenza tra le squadre, quindi anche la classifica sarà sempre molto corta. Il Sivizzano, se riesce a trovare la compattezza giusta, è una squadra che ha diverse qualità e giocatori di categoria; Non dimentichiamo che in estate ha subìto una fusione e ci sono due “anime” da integrare: ci stiamo integrando bene nello spogliatoio, ma ancora dobbiamo conoscerci per bene».

Play off: obiettivo o sogno?
«Non lo so, è una domanda davvero difficile a cui rispondere. Noi dobbiamo sempre dare un’occhiata alle nostre spalle, perché è un attimo ritrovarsi invischiati in zona play out». Lorenzo Fava

 

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