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Rugby

Zebre: Totò Perugini contro la sua Tolosa: Dobbiamo pensare positivo

Zebre: Totò Perugini contro la sua Tolosa: Dobbiamo pensare positivo

Nel fine settimana prende il via l'Heineken Cup: le Zebre debuttano venerdì sera a Tolosa (kick off ore 21, diretta Sky Sport 3) contro la squadra con cui il pilone bianconero ha giocato tre stagioni

Se dici Heineken Cup, l’associazione d’idee non può non portarti a rispondere Tolosa. O Stade Toulousain, se vogliamo che i francesi non s’incazzino, come direbbe Paolo Conte. Quattro trofei in bacheca (la prima edizione del 1996 poi 2003, 2005 e 2010) più altre due finali (2004, persa contro London Wasps di cui ci si ricorda soprattutto di quegli ultimi minuti con Poitrenaud e Howley protagonisti, in positivo il secondo in negativo il primo a seconda dei punti di vista, 2008 contro Munster). Tolosa non vanta solo quel record, unica squadra con quattro titoli europei; ne ha un altro che ha un significato molto più profondo: Guy Novès ne è l’allenatore, da aiuto o come capo, ininterrottamente dalla stagione 1993/94. Venti giuste giuste. Alle quali vanno aggiunte due stagioni alla fine degli anni ’80. «Credo che sia il vero general manager del club: si occupa di tutto. E’ l’uomo che unisce la società e la squadra, è lo spirito del club». Il quadro è di Salvatore Perugini. Totò ha giocato tre stagioni con i rossoneri, vincendo un titolo di Francia e perdendo la finale di Heineken Cup del 2008. «Io sono stato molto bene. Conservo amicizie con tutte le persone che ho frequentato allora, il legame era sincero. Il rugbysta là è molto seguito dai tifosi e c’è uno stile di vita piacevole». La seconda avventura delle Zebre nella massima competizione europea parte proprio da Tolosa. La squadra di McAlister e Hosea Gear, di Picamoles e Dusautoir, di Census Johnston e di Médard, di Steenkamp e Albacete, solo per citarne alcuni, è una di quelle che per le italiane è considerata “hors catégorie” come certi gran premi della montagna al Tour. Venerdì sera all’Ernest Wallon (kick-off ore 21), ma anche al XXV Aprile al ritorno, sarà durissima ma le Zebre, in questo, sono in buona compagnia. «Giocare contro di loro è difficile per chiunque. Loro più che una squadra sono una mentalità, vincente. Difficile che non arrivino almeno in una semifinale. Per noi, difficile lo è ancora di più perché siamo ancora in formazione e abbastanza giovani per cui potremmo subire un certo contraccolpo psicologico». Nell’ultima edizione, Tolosa subì l’onta della “retrocessione” in Challenge Cup non qualificandosi per i quarti; in aggiunta le partite di Heineken Cup, ora, sono anche una sfida nella sfida, viste le volontà secessioniste di francesi e inglesi; il che mette in condizioni i rossoneri di non dover sbagliare un colpo. «Bisogna essere realisti: incere a Tolosa sarebbe un evento eccezionale. In ogni caso dobbiamo pensare a fare una buona partita come stiamo facendo in Pro12 in cui mettere anche in difficoltà il Tolosa e dimostrare che il nostro movimento è in crescita è estremamente positivo; dobbiamo cercare di fare in modo di farcelo dire da loro. Sarebbe negativo scendere in campo pensando che tanto loro sono destinati a vincere». L’inizio di stagione del XV del nord-ovest è stato incoraggiante, questa Coppa porta con sé un grado di difficoltà superiore al Pro12 ma le Zebre l’affrontano con maggiore consapevolezza e con l’aspirazione, non peregrina, di fare qualche punto, diciamo così. «Sicuramente il nostro obiettivo è fare punti, che siano cinque, quattro, due, uno, in ogni partita e muoversi dall’ultimo posto. L’Heineken Cup è molto difficile perché c’è anche il fattore economico che incide per chi va avanti. Siamo partiti in maniera abbastanza positiva, dobbiamo continuare a crescere». William Servat, compagno di reparto di Perugini nel suo trascorso a Tolosa, ora si occupa della mischia da fuori. Perugini è ancora lì a scornarsi in prima linea: «William per me è come un fratello. Dopo la partita passeremo un paio di giorni insieme per andare a caccia in Auvergne. Il fatto di non vederlo più come giocatore, lui che ha la mia stessa età, mi fa capire che probabilmente si sta avvicinando anche il mio momento di smettere».

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