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Rugby

Niente Celtic League, ma è la Fir a dire no

Niente Celtic League, ma è la Fir a dire no

Reputate troppo alte le richieste economiche del Board che aveva comunque posto diverse condizioni e mai dato certezze.

Gli Aironi restano nel loro nido sul Po, i Leoni nella loro tana trevigiana. La Fir, tramite un comunicato ufficiale delle 19.16 di questa sera, ha annunciato la “rottura delle trattative” con il Board della Magners Celtic League. Il compianto Gino Bartali avrebbe detto “E’ tutto sbagliato, è tutto da rifare”. Si interrompe dunque un cammino lungo e travagliato, costellato di polemiche (scelte due squadre, poi tolta Roma per Treviso) rivalità territoriali “buttate” in politica, dubbi ed incertezze. Quasi un anno fa, quando si aprì uno spiraglio per le italiane in Celtic League, molti giornali titolarono “E’ Celtic League” o “Siamo in Celtic League”. Se si fosse però letto con attenzione il comunicato del chairman della Celtic, John Hussey, pieno di condizionali (“è stata considerata la possibilità”, “è stato concordato in linea di principio” e via discorrendo) in cui venivano citati i paletti, o meglio le condizioni, per poter di lì a tot mesi averne la certezza, (http://www.magnersleague.com/news/3097.php) tutta questa euforia forse sarebbe stata contenuta (http://sportparma.com/portal/news.php?extend.13067.5 ) .

Tale decisione, si legge nel comunicato federale, è stata assunta a seguito delle richieste di natura economica da ultimo avanzate dal Board stesso, e ritenute da FIR non accettabili sia per l’entità sia perché rivolte ad esclusivo beneficio delle sole selezioni già partecipanti alla competizione.

Quando tra due aziende si sta per stipulare un contratto, è uso fare un pre-contratto nel quale si mette tutto quanto per essere valutato attentamente e poi, salvo modifiche, firmato. Se ne deduce che in questo caso non è stato fatto: perché? A ben leggere il comunicato della Celtic di allora è presumibile supporre che di là dalla Manica non si sentiranno molto in colpa per questo ritiro dell’Italia. Che ci voleva un contratto televisivo lo si sapeva fin dall’inizio, che chiedevano di portare uno sponsor in dote, altrettanto; “Ciò che più mi rincresce – ha dichiarato il Presidente federale Giancarlo Dondi – è che queste richieste siano emerse solo nella fase finale delle trattative. Nel caso fossimo stati messi preventivamente a conoscenza delle eccessive pretese economiche del Board di Magners avremmo evitato un lungo e laborioso percorso. Ma se loro non hanno mai detto verbo, perché non sono state avanzate prima da noi le stime di quanto ci avrebbero chiesto? O davamo per scontato che ci avrebbero chiesto le briciole? O non ce le hanno volute dare loro? Loro avevano scritto che questo era un processo complesso e che avrebbe richiesto tempo. Noi abbiamo fatto tutto come se fosse scontato che andavamo ma forse, come si suol dire in Diritto, non abbiamo usato la diligenza del buon padre di famiglia nel chiedere il preventivo di quanto sarebbe costato il restyling di Magners. Ora che sappiamo che costa troppo, diciamo no grazie (salvo ripensamenti dei “celtici” che chissà se e come risponderanno).

A proposito di Celtic League, ricordiamo due dichiarazioni dell’allora presidente della Lire, Manzoni, e di Dondi il 2 Luglio del 2008 (riunione straordinaria di Lega a Parma per l’uscita della Capitolina) rilasciate a sportparma “E’ un argomento che viene tirato in ballo solo in certi momenti. I Celtici non ci hanno mai voluto veramente” disse il primo, “E’ un campionato fritto: pochi soldi, i giocatori migliori scozzesi e gallesi vanno a giocare altrove” disse il secondo. Evidentemente aveva più ragione Dondi, per cui c’era forse da aspettarsi una “richiesta indecente”.

Ora non ci resta che dar corso a quello che avremmo dovuto fare prima di chiedere l’ingresso in Celtic ovvero investire seriamente, e quando si dice seriamente s’intende finanziariamente e strutturalmente, ma con controlli severi, nella crescita qualitativa e poi quantitativa del nostro movimento affinché arrivi, e siamo convinti che con le giuste misure lo farà, a confrontarsi con maggiori chances sui circuiti europei. Se da squadrina, le pigliavamo dall’Urss, siamo arrivati al 6 Nazioni vuol dire che ce la possiamo fare anche in questo caso. Peccato aver perso molti anni per strada. Ma non è mai troppo tardi.

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