Calvisano e Viadana: una parentesi lombarda in un alto livello prettamente parmigiano. Liviu Pascu, detto il “Russo”, arrivò in Italia non ancora ventenne per giocare contro il Segni e lì rimase, esordendo in Serie B. A 36 anni, il prossimo 21 ottobre, in quella serie si cala nuovamente dopo aver vinto trofei nel massimo campionato. E’ tornato alla Rugby Parma, società che proprio dal Segni lo prelevò nel 2001 e dove rimase fino alla pesante crisi della società che al termine della stagione 2008/09 la vide costretta a ripartire dalla serie C e da una compartecipazione nei Crociati finita ancor prima che finissero gli stessi. Una stagione a Colorno, una col Granducato, una a Calvisano, dove vinse il suo unico scudetto personale con allenatore Andrea Cavinato che a Parma fallì l’ingresso ai playoff, tre a Viadana e ora a chiudere una lunga e bella carriera con quei colori che si sente addosso e coi quali ha alzato tre Coppe Italia e una Supercoppa: «Sì, quando sono andato via da qua ho sempre desiderato tornare, un giorno: sono stati otto anni bellissimi con belle soddisfazioni e sono cresciuto molto». Un pezzo di quella storia se la ritrova ancora oggi, da Luca Bot come coordinatore tecnico a Roland de Marigny come allenatore a Juan Soffredini, che dovrebbe tornare, come compagno di squadra: «Sì, sapevo di Bot poi quando ho saputo anche di Roland che ho avuto anche al Granducato mi son detto “caspita, che bello ritornare!”». Pascu sarà una guida per i compagni di reparto ma anche per i giovani dell’Under 18 di cui è coach insieme a Maurizio Bonardi; giornate intense, le sue: «Eh sì, appena smetto con loro sono subito in campo ad allenarmi. A Viadana mi avrebbero prolungato il contratto però ho cominciato ad allenare (in serie C a Casalmaggiore, ndr), mi piace e poi mi diverto ancora a giocare per cui ho scelto questa proposta della Rugby Parma». Una società sempre ambiziosa, dall’alto del suo antico lignaggio, che vuole riemergere il più possibile e il prima possibile: «Sicuramente, speriamo di arrivare il più in alto possibile. Io sono stato accettato benissimo dal gruppo. Certo, non è facile passare dall’Eccellenza alla serie B ma voglio trasmettere loro quello che diverse persone hanno trasmesso a me in questo percorso di alto livello, in particolar modo la mentalità. Si vuole far crescere questa squadra e far cambiare mentalità non solo a lei: dobbiamo far capire a tutti che si può fare un salto di qualità, devono guardare al futuro in modo ambizioso». Ma per quanto, ancora, Liviu Pascu giocherà? «Ah fin che non mi tolgono il cartellino … » sorride lui prima di scappare all’allenamento, come coach.
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A volte ritornano (2): Liviu Pascu e quell’amore gialloblù
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