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Rugby

Il fedelissimo van Schalkwyk lanciato verso il “derby” di ritorno

Il fedelissimo van Schalkwyk lanciato verso il “derby” di ritorno

Non chiamatelo match-winner, Dries van Schalkwyk. Certo, la sua meta a ottantesimo superato ha dato la vittoria alle Zebre ma «Abbiamo fatto un grande sforzo tutti insieme negli ultimi minuti tenendo palla per 30-35 fasi; poteva segnarla chiunque» osserva il n.8 bianconero. Con quella di domenica scorsa sono 5 le mete realizzate dal terzalinea sudafricano in questa stagione, leader al pari del trequarti del Leinster, Nacewa, a una sola meta dal suo record personale stabilito nella sua prima stagione alle Zebre, coincidente con la prima della franchigia in Pro12. E’ nato con le Zebre, van Schalkwyk: sono transitati giocatori, allenatori, dirigenti, ma lui è ancora qui: «Per me è una buona esperienza. Dopo questa stagione scadrà il mio contratto, non so se rientrerò nei piani dello staff tecnico in ogni caso io sono felice qui, anche a mia moglie piace Parma e anche i tifosi. Le Zebre sono cambiate in ogni stagione, ma in questa c’è veramente un tutt’uno, non è che l’allenatore è più importante di altri o qualche giocatore più importante di un compagno; siamo tutti piccoli pezzi dell’ingranaggio e il rugby è così, non c’è spazio per prime donne». L’ultima stagione è stata un po’ tribolata, con diversi piccoli infortuni, ma in questa si sta ergendo nuovamente a protagonista, tanto che il ct azzurro Brunel lo ha chiamato, in qualità di equiparato, ai recenti raduni giornalieri in preparazione al 6 Nazioni. «Un giorno mi chiama Quintin Geldenhuys e mi dice “tu non lo sai …”, io gli chiedo cosa e lui mi fa sapere che è arrivata una mail di convocazione al raduno dell’Italia. Era molto contento per me; Quintin mi ha aiutato tanto qui alle Zebre, è un po’ il mio fratello maggiore. Dopo la telefonata sono rimasto senza parole per un’ora. Io non guardo a febbraio o marzo: dovrò stare bene anche allora, non soltanto adesso per cui mi alleno bene, spero di non infortunarmi, mangio bene, dormo molto poi vediamo: io gioco per il bene delle Zebre poi se allo staff della nazionale piace come gioco e mi chiameranno sarò molto felice». Felice è stato il Natale e sarà pure il Capodanno, finalmente: «Sì, meglio dei primi tre anni». Domenica scorsa le Zebre hanno vinto un “derby” che in altre stagioni avrebbero, probabilmente, perso: «Intanto Treviso ha giocato bene rientrando in partita nel secondo tempo. Noi negli ultimi tre mesi siamo cresciuti molto con Gianluca Guidi, siamo confidenti, cresciamo come sistema di gioco: non c’è un giocatore più importante di altri, siamo tutti, i 15 in campo e i 40 della rosa, lì che lavoriamo per costruire quelle partite. L’anno scorso non avevamo la capacità per stare in partita, per tenere la palla per 30-35 fasi». Vinta l’andata, sulla quale c’è stata la chiamata in causa dell’arbitraggio da parte del tecnico trevigiano, Casellato, le Zebre saranno allo Stadio Monigo, domenica, con un doppio obiettivo: ottenere la prima doppietta contro Treviso e lanciarsi a caccia del terzultimo posto in classifica: «Io l’avrei voluta già giocare. Dobbiamo stare tranquilli, se siamo precisi vuol dire che siamo efficaci e se sei efficace vinci, per cui se andiamo in campo focalizzati sul nostro lavoro possiamo anche vincere là. Loro sono molto forti in touche e mischia, il loro forte è giocare lento, stretto, tante mischie, pick and go, giocare per punizione e giallo avversario. L’arbitro? C’è il migliore al mondo, domenica; per me non c’è tanto interesse nell’arbitro: può fare cose giuste e qualche errore, come tutti».

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