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Rugby

Lo Stendhal in carcere, per dovere

Lo Stendhal in carcere, per dovere

Domenica scorsa lo Stendhal ha trascorso un pomeriggio in carcere. Nessuna questione disciplinare bensì un dovere. L’avversario di turno nel girone di serie C regionale era la neonata squadra dei detenuti del carcere di Bologna, la Dozza: il Giallo Dozza. Perché quel nome? Per il colore del cartellino: loro stanno “in panca puniti”. Una novità assoluta per la regione messa in essere grazie al progetto del Rugby Bologna 1928. «I nostri ragazzi avevano qualche remora all’inizio ma è ben presto svanita» racconta Andrea Bertolini detto “Gufo” (a dx nella foto con l’allenatore Sabatino Pace, ndr), ex trequarti di Rugby Parma e Amatori, attuale segretario dell’associazione Amici del Rugby e direttore sportivo dello Stendhal. Procedure ferree, ovviamente: nominativi forniti con 10 gg di anticipo, lista di 27 a scanso di equivoci, entrata a gruppi di quattro, cellulari temporaneamente requisiti, censimento di forbici o altri “arnesi” da taglio dalla borsa medica (da mostrare nuovamente all’uscita). E’ finita 71-10, loro sono ancora a livello “minirugby”, ma non è quello il punto; l’importante, per i gialli, è assorbire quelli che sono i principi cardine del rugby. «Loro sono messi bene fisicamente. La partita è stata molto disciplinata» continua Bertolini. Nel rugby, come nella vita, se vieni colto in fallo, se non rispetti le regole vieni punito, più o meno severamente. Sbagli due volte nella stessa partita: non la giochi più. «E’ stata un’esperienza interessante e positiva. Quelli erano tutti “giocatori” che dovevano scontare pene piuttosto basse; se li dobbiamo reinserire, il rugby è lo sport ideale, un’opportunità di riscatto: è di combattimento ma devi essere disciplinato, rispettare le regole. Loro ora devono riflettere in modo tale da non subire un altro cartellino giallo». Un’esperienza formativa anche per chi il carcere lo vede, e vorrebbe continuare a vederlo, sempre da fuori.

Per ragioni interne, il terzo tempo è stato effettuato subito dopo la partita, ancora in completo da gioco. «Durante il terzo tempo loro chiedevano ai nostri giocatori di pari ruolo alcune dritte tecniche, tipo per il lancio in touche, la spinta in mischia, cose così». Per il ritorno a Bologna, poiché, ovviamente, il Giallo Dozza gioca tutte le partite “in casa”, i rossoneri chiederanno di poter portare un paio di salami di Felino, vista la loro collocazione in quel comprensorio, e una punta di Parmigiano-Reggiano. Non dovrebbero avere grossi problemi ad ottenere le autorizzazioni del caso.

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