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Terre Verdiane: il ritorno al volley di Rubina Valenzise

Terre Verdiane: il ritorno al volley di Rubina Valenzise

Nove mesi fa, in febbraio, complice la crisi economica della società  sportiva per cui giocava, in Serie B1, aveva deciso di riporre ginocchiere e scarpette nei cassetti di casa, per rispolverarle in occasione di estemporanee partite organizzate in compagnia delle amicizie. La pallavolo l’aveva accantonata come professione, seppur il divertimento sia sempre stato alla base di questo suo impegno,…

… per interpretarla soltanto come passione, soprattutto in estate, con il beach, tuffandosi lungo la sua riviera ligure, sulla sabbia delle piccole spiagge dei lidi della natia Albenga. Gli spiccioli per vivere aveva deciso, a malincuore, ma realista, di guadagnarseli dietro il bancone di un bar, servendo avventori e mescendo per loro.

Ora Marco Botti, coach del Terre Verdiane Volley, dove, in agosto, è stata di nuovo arruolata, grazie soprattutto alla fratellanza con Capitan Anbeta Valentina Rania, in Serie A2, categoria in cui era stata protagonista cinque stagioni fa, a Nocera Umbra, di lei dice:“la Ruby, in questo difficile momento tecnico e di risultati della squadra, è una delle certezze che ho, come rendimento in campo e come impegno profuso”. Con un’indicativa postilla apposta dal tecnico:”Da imitare !!!”.

Lei, é Rubina Valenzise, libero, la quale, quando le si riporta questa considerazione del suo attuale allenatore, riscontra consemplicità:”Meno male !!! Sono molto felice, ben venga. Mi sento davvero bene. Sto bene”. La medesima genuinità con cuidistende le difficoltà che ha incontratodopo il periodo di inattività:”Il ritorno alvolley è stato subito un po’ duro. Mi sono dovuta riadattare. Mi é servito un mesetto, ma, poi, sono tornata in forma. E’ come andare in bicicletta. Una volta imparato, non ti scordi più … ”.

Uno stato di grazia che, seppur Botti prediliga un libero che sia leader, il quale abbia soprattutto ascendente nelsistema difensivo, senza guardare troppo ai numeri delle statistiche individuali in ricezione, nelle ultime tre partite si è materializzato in unpersonale crescendo, sui livelli delle migliori nel ruolo di tutto il campionato, quanto a numeri, registrando una percentuale media in positività del 66,3% e in perfezione del 46.6%.

“E’ una soddisfazione. Non sarei sincera a dire che non mi interessa. Di fondo, però, qui, al TV Volley, come giustamente vuole il nostro coach, il libero deve essere, in particolare, più che un attore isolato, una guida e un riferimento per tutto l’assetto arretrato, deve avere il carisma di trascinare – approfondisce Ruby – le compagne senza che si abbattano al primo errore. Se, poi, giungono le gratificazioni singole, tramite i report, ben venga. Servono anch’esse a far morale, ma non sono una priorità. Lo staff tecnico mi ha investito della gestione di tutta la seconda linea, conferendomi una certa libertà. Stiamo lavorando tanto dietro, dove le ragazze che mi affiancano, in quella che è la mia specializzazione, difendere e ricevere, mi stanno dando retta”.

Le ultime due prestazioni della squadra, tuttavia, sono state impietose, opache e plumbee, non allineate al modello e al profilo verdiani, storicamente contraddistinti, anche nella sconfitta, da combattività e agonismo. Rubina, dall’alto della sua esperienza e dal suo speciale angolo di visuale tecnico, non può che riconoscerlo, constatando il cospetto di elementi, fattori e componenti che, naturalmente con la volontà, potranno determinare l’inversione di rotta.
”E’ verissimo. E’ stato mortificante per chi ci viene a vedere, ma anche per noi. Non abbiamo scusanti, perché certi atteggiamenti non le ammettono, quanto a carattere, ma questa situazione è stata dettata, a mio avviso, da una serie di difficoltà che ci hanno circondato, non da ultimi una serie di infortuni che ci hanno costretto ad arrangiarci. Domenica scorsa, a Cadelbosco, eravamo, ancora una volta, contate, perché, oltre all’indisponibilità del nostro capitano, Valentina Rania, la schiacciatrice Under, Giulia Genovesi, era a mezzo servizio. Non c’erano alternative. Quando – analizza con oggettività e ottimismo – si è in queste condizioni, diventa difficile spezzare il ritmo, avere continuità, trovare quelle sicurezze che si originano soltanto giocando tutte insieme. Sono fiduciosa e tranquilla per il futuro, perché, quando saremo tutte a posto fisicamente, sento che verremo fuori alla grande, in quanto le qualità tecniche in questo organico ci sono. Dobbiamo trovare soprattutto un’identità caratteriale, che sarà la nostra forza finale di squadra”.
Prendendo esempio, come uno di quei fari che illuminano il mare della sua Liguria, da lei e dalla sua storia, anche addentrandosi nel suo nuovo specifico compito in campo, per l’adozione del Terre Verdiane Volley, spesso, del regime a due liberi, sfruttando la regola dell’utilizzo di una giocatrice Under. ”E’ la prima volta che lo provo dopo anni di carriera. Non ho trovato grossi problemi. E’, alla fine, come avere un’altra compagna al tuo fianco, ma specializzata, come te. Quindi, è una sicurezza in più. E’ molto utile” – considera, raccontando della maturazione che sta investendo la collega diciottenne Michela Musiari, che tasta quotidianamente, essendole a stretto contatto in ogni istante sul parquèt:”Michela è partita forse un po’ timorosa e timida, ma adesso che si è sciolta, che ha abbandonato le sue paure e i suoi riserbi, c’è e in campo si vede, con una determinata disinvoltura, destinata a svilupparsi”.

Un’altra Under, la più giovane del gruppo, la diciassettenne Fabiana Antignano, ha confidato come Rubina Valenzise sia la compagna che le fa più da mamma, da sorella maggiore. Un effetto piacevole, a dispetto dell’età che avanza … “Le tre ragazze Under 19 che abbiamo sono talmente tanto giovani che mi fanno sentire ancora più vecchia ed è molto bello raccogliere questa riflessione di una di loro, perché tutte noi le abbiamo molto a cuore. Con loro bisogna usare bastone e carota. Hanno un potenziale. Sarebbe un peccato non sfruttarlo. Loro servono a noi e noi serviamo a loro. Con reciprocità. Devono comprenderlo con completezza”.

Quella pienezza che, nove mesi fa, con sano pragmatismo, non le ha fatto pesare l’abbandono del campo, il momentaneo esilio anticipato, il lavoro da barista,accettando il destino, che, poi, le ha restituito la pallavolo a tempo pieno, perché tutto torna, nell’esistenza, purché lo si cerchi dedicandosi e si sia lasciata traccia della propria bontà.

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